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Il Risorgimento italiano segna l'unificazione della penisola nel XIX secolo. I Savoia, con Vittorio Emanuele II e Cavour, furono protagonisti con riforme e alleanze strategiche. Momenti chiave furono la Guerra di Crimea, gli Accordi di Plombières, la Seconda guerra d'indipendenza, la Spedizione dei Mille e la presa di Roma, che completò l'unità nazionale.
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Vittorio Emanuele II giocò un ruolo cruciale nell'unificazione italiana, succedendo a Carlo Alberto nel 1849 e governando un regno in crisi economica
Carlo Alberto fu il predecessore di Vittorio Emanuele II e governò un regno in crisi economica prima dell'unificazione italiana
Vittorio Emanuele II si impegnò in un programma di riforme volte a modernizzare lo Stato, guidato dal suo primo ministro Camillo Benso, conte di Cavour
Cavour decise di partecipare alla Guerra di Crimea al fianco di Francia e Gran Bretagna, ottenendo un posto al Congresso di Parigi del 1856 per esporre la questione italiana
Nel 1858, Cavour e l'imperatore francese Napoleone III concordarono un piano per il sostegno della Francia al Piemonte in caso di attacco austriaco, in cambio di Nizza e della Savoia
Nel 1859, l'Austria dichiarò guerra al Regno di Sardegna, innescando la Seconda guerra d'indipendenza che portò alla cessione della Lombardia al Piemonte
Nel 1860, Giuseppe Garibaldi intraprese la spedizione dei Mille con il sostegno di Vittorio Emanuele II e l'appoggio logistico britannico, liberando il Regno delle Due Sicilie dal dominio borbonico
Nel 1861, il Parlamento proclamò il Regno d'Italia con Torino come prima capitale e l'adozione dello Statuto Albertino come costituzione
L'unificazione dell'Italia pose nuove sfide, tra cui la necessità di unificare le leggi e i sistemi amministrativi, e il conflitto tra Destra e Sinistra storica sullo sviluppo economico e sociale del Paese