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Il Risorgimento italiano

Il Risorgimento italiano segna l'unificazione della penisola nel XIX secolo. I Savoia, con Vittorio Emanuele II e Cavour, furono protagonisti con riforme e alleanze strategiche. Momenti chiave furono la Guerra di Crimea, gli Accordi di Plombières, la Seconda guerra d'indipendenza, la Spedizione dei Mille e la presa di Roma, che completò l'unità nazionale.

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1

Il ______ italiano è il movimento che ha portato all'unione della penisola italiana nella seconda metà del ______ secolo.

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Risorgimento XIX

2

Vittorio Emanuele II, succedendo a ______ ______ nel 1849, iniziò a regnare in un periodo di difficoltà economica.

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Carlo Alberto

3

Camillo Benso di Cavour - Ruolo politico

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Primo Ministro del Regno di Sardegna dal 1852, promotore dell'unificazione italiana.

4

Congresso di Parigi - Importanza per l'Italia

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Cavour espose la questione italiana, guadagnando sostegno per l'unificazione.

5

Guerra di Crimea - Conseguenze per il Piemonte

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Non ottenne guadagni territoriali, ma rafforzò la posizione internazionale del Regno.

6

L'attacco austriaco al Regno di Sardegna ha dato inizio alla ______ guerra d'indipendenza nel ______ .

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Seconda 1859

7

La cessione della ______ al Piemonte fu sancita dalla Pace di ______, dopo l'Armistizio di Villafranca.

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Lombardia Zurigo

8

Ruolo di Vittorio Emanuele II nel Risorgimento

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Appoggiò Garibaldi e unificò l'Italia sotto la corona sabaudo dopo l'incontro a Teano.

9

Prima capitale del Regno d'Italia

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Torino fu la prima capitale dopo la proclamazione del Regno d'Italia nel 1861.

10

Statuto Albertino

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Adottato come costituzione del Regno d'Italia, originariamente statuto fondamentale del Regno di Sardegna.

11

Il Parlamento italiano era diviso in due fazioni: la ______ e la ______, con idee differenti sul progresso del Paese.

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Destra storica Sinistra storica

12

Nel ______, il fenomeno del brigantaggio crebbe come risposta alle politiche di centralizzazione e alle condizioni di ______.

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Mezzogiorno povertà

13

Terza guerra d'indipendenza - Alleati

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Italia alleata con Prussia contro Austria, 1866.

14

Legge delle Guarentigie

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Riconosce diritti al Papa, tentativo di risolvere la 'questione romana', 1871.

15

Non Expedit

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Pio IX vieta partecipazione cattolici alla politica italiana, post 1870.

Q&A

Ecco un elenco delle domande più frequenti su questo argomento

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Il Risorgimento e il ruolo dei Savoia

Il Risorgimento italiano rappresenta il periodo storico che culminò nell'unificazione della penisola italiana, avvenuta nella seconda metà del XIX secolo. La dinastia dei Savoia, con a capo Vittorio Emanuele II, giocò un ruolo cruciale in questo processo. Dopo i fallimenti dei moti del 1820-21 e del 1848-49, i Savoia emersero come potenziali unificatori dell'Italia. Vittorio Emanuele II, succedendo a Carlo Alberto nel 1849, si trovò a governare un regno in crisi economica, ma si impegnò in un programma di riforme volte a modernizzare lo Stato. Il suo primo ministro, Camillo Benso, conte di Cavour, fu il principale artefice di queste riforme, che includevano lo sviluppo dell'agricoltura e dell'industria, la riforma del sistema fiscale, l'efficienza burocratica e il miglioramento delle infrastrutture, come strade e contratti commerciali.
Ritratto fotografico in bianco e nero di uomo adulto in abito formale storico, con giacca scura, gilet e cravatta, espressione seria.

L'azione politica di Cavour e la Guerra di Crimea

Camillo Benso di Cavour, divenuto Primo Ministro del Regno di Sardegna nel 1852, si distinse per una politica estera particolarmente abile e lungimirante. La sua decisione di partecipare alla Guerra di Crimea (1853-1856) al fianco di Francia e Gran Bretagna fu strategica: il piccolo Regno di Sardegna si guadagnò un posto al Congresso di Parigi del 1856, dove Cavour poté esporre la questione italiana di fronte alle grandi potenze europee. La Guerra di Crimea, originata dall'espansionismo russo nei Balcani e dalla reazione dell'Impero ottomano e delle potenze occidentali, non portò a guadagni territoriali per il Piemonte, ma rafforzò la sua posizione internazionale e la legittimità della causa dell'unificazione italiana.

Gli Accordi di Plombières e la Seconda guerra d'indipendenza

Gli Accordi di Plombières del 1858 furono un momento decisivo nel cammino verso l'unificazione. Cavour e l'imperatore francese Napoleone III concordarono un piano secondo il quale la Francia avrebbe sostenuto il Piemonte in caso di attacco austriaco, in cambio di Nizza e della Savoia. L'anno seguente, l'Austria dichiarò guerra al Regno di Sardegna, innescando la Seconda guerra d'indipendenza. Le forze franco-piemontesi ottennero significativi successi militari, ma la guerra si concluse in modo inaspettato con l'Armistizio di Villafranca e la successiva Pace di Zurigo, che sancì la cessione della Lombardia al Piemonte. Nonostante la soluzione fosse parziale e non pienamente soddisfacente per Cavour, essa permise l'annessione al Regno di Sardegna degli Stati dell'Italia centrale, grazie anche all'abile diplomazia di Cavour.

La spedizione dei Mille e la proclamazione del Regno d'Italia

Nel 1860, Giuseppe Garibaldi, con il tacito sostegno di Vittorio Emanuele II e l'appoggio logistico britannico, intraprese la leggendaria spedizione dei Mille, con l'obiettivo di liberare il Regno delle Due Sicilie dal dominio borbonico. Partiti da Quarto, i garibaldini sbarcarono a Marsala e avanzarono rapidamente, conquistando la Sicilia e poi il continente. Contemporaneamente, le truppe piemontesi occuparono le Marche e l'Umbria. L'incontro a Teano tra Garibaldi e Vittorio Emanuele II simboleggiò l'unione delle forze risorgimentali e la consegna dei territori meridionali al re sabaudo. Nel 1861, il Parlamento proclamò il Regno d'Italia, con Torino come prima capitale e l'adozione dello Statuto Albertino come costituzione del nuovo Stato.

Le sfide post-unificazione e il brigantaggio meridionale

L'unificazione dell'Italia pose nuove sfide, tra cui la necessità di unificare le diverse leggi e sistemi amministrativi. Il Parlamento italiano, dominato da esponenti moderati, era diviso tra la Destra storica e la Sinistra storica, con visioni contrastanti sullo sviluppo economico e sociale del Paese. La Destra, al potere nei primi anni post-unificazione, adottò politiche di centralizzazione e pesanti tassazioni per sanare il debito pubblico. Queste misure, tuttavia, generarono malcontento e rivolte, soprattutto nel Mezzogiorno, dove il fenomeno del brigantaggio si diffuse come forma di resistenza alla nuova amministrazione e come reazione alle condizioni di povertà. La repressione militare fu dura e spesso brutale, ma non riuscì a risolvere le profonde disuguaglianze sociali ed economiche del Sud Italia.

La Terza guerra d'indipendenza e la "questione romana"

L'Unità d'Italia non era ancora completa dopo il 1861, poiché alcune regioni, come il Veneto e il Lazio, rimanevano fuori dal nuovo Stato. La Terza guerra d'indipendenza (1866), alleata con la Prussia contro l'Austria, portò all'annessione del Veneto, ma Trento e Trieste rimasero sotto il controllo austriaco. Nel 1870, approfittando della guerra franco-prussiana che aveva distolto l'attenzione della Francia, le truppe italiane entrarono a Roma attraverso la breccia di Porta Pia, e la città divenne la capitale del Regno d'Italia. Questo evento acuì il conflitto tra Stato e Chiesa, dando origine alla "questione romana". Il governo italiano cercò di placare le tensioni con la legge delle Guarentigie (1871), che riconosceva al Papa alcuni diritti e prerogative, ma Pio IX rifiutò il compromesso e con il "Non Expedit" proibì ai cattolici di partecipare alla vita politica del nuovo Stato.