La visione medievale degli imperi universali si basava sulla profezia di Daniele, vedendo nell'Impero romano l'Ultimo Impero. Carlo Magno, con l'Impero carolingio, introdusse i missi dominici, i capitolari e il giuramento di fedeltà per unificare e amministrare un vasto territorio, influenzando l'identità europea.
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La profezia di Daniele prevedeva la successione di quattro grandi imperi: l'Impero babilonese, l'Impero persiano, l'Impero di Alessandro Magno e l'Impero romano
L'Impero romano era considerato l'Ultimo Impero poiché si riteneva che sarebbe durato fino al Secondo Avvento e aveva ospitato la vita terrena di Cristo
La caduta dell'Impero romano d'Occidente nel 476 d.C. non estinse la convinzione dell'Ultimo Impero poiché l'Impero romano d'Oriente, o Impero bizantino, sopravvisse fino al 1453
La coronazione di Carlo Magno come imperatore nel 800 portò alla nascita della nozione di "translatio imperii", che rinnovò l'idea dell'Impero romano in Occidente e stabilì un precedente per la formazione del Sacro Romano Impero
L'Impero carolingio mantenne una struttura politica che includeva la suddivisione in regni tradizionali e l'istituzione di contee e marche
Le contee, le marche e i ducati erano unità amministrative locali con diverse funzioni, tra cui la giustizia, l'ordine pubblico e la difesa delle frontiere
I missi dominici erano funzionari incaricati di supervisionare l'amministrazione locale e di assicurare la fedeltà dei governanti regionali all'autorità imperiale
I missi dominici erano essenziali per mantenere l'ordine e l'unità dell'Impero, fungendo da collegamento tra il centro del potere e le periferie e garantendo l'uniformità nell'applicazione delle politiche imperiali
I capitolari erano decreti introdotti da Carlo Magno per standardizzare la legge e regolare vari aspetti della vita sociale, economica e religiosa nell'Impero carolingio
Il "campo di maggio" era un'assemblea annuale che riuniva nobili e funzionari per discutere questioni di stato, rafforzare i legami di lealtà e permettere all'imperatore di esercitare la giustizia, contribuendo alla coesione politica e sociale dell'Impero
Il giuramento di fedeltà, prestato con la mano sul Vangelo, simboleggiava il legame personale tra l'imperatore e i suoi sudditi e contribuiva a creare un senso di appartenenza comune nell'Impero carolingio
Il giuramento di fedeltà era un rito cruciale per l'integrazione dei popoli dell'Impero carolingio, unendo tradizioni germaniche e cristiane e rafforzando la coesione interna e l'identità dell'Impero