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L'intervento del Regno di Sardegna nella Guerra di Crimea e la politica di Camillo Benso, conte di Cavour, furono decisivi per l'unità d'Italia. L'azione in Crimea permise a Cavour di portare la questione italiana a livello internazionale, mentre l'accordo di Plombières e la Seconda Guerra di Indipendenza segnarono tappe cruciali verso l'unificazione. L'annessione dell'Italia centrale e la spedizione dei Mille di Garibaldi culminarono nella proclamazione del Regno d'Italia nel 1861.
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L'espansione russa nel Mar Nero rappresentava una minaccia all'equilibrio europeo
Inserimento della questione italiana nel dibattito internazionale
Il Regno di Sardegna, guidato da Cavour, colse l'opportunità di inserire la questione italiana nel dibattito internazionale
Invio di un contingente in Crimea
Il Regno di Sardegna inviò un contingente di 15.000 uomini in Crimea nel 1855 per allearsi con le potenze occidentali
Cavour riconobbe l'importanza di allearsi con le potenze occidentali e inviò un contingente in Crimea nel 1855
Fallimenti del movimento repubblicano
Il movimento repubblicano guidato da Mazzini subì una serie di fallimenti, come le insurrezioni di Grioli e Pisacane, che contribuirono al declino del mazzinianesimo
Avvicinamento di Garibaldi alla causa sarda
Garibaldi, eroe popolare, si avvicinò alla causa sarda, portando con sé un vasto seguito popolare
Nel 1858, Cavour e Napoleone III siglarono l'accordo segreto di Plombières, che prevedeva il sostegno militare francese in caso di attacco austriaco al Regno di Sardegna
Cavour provocò l'Austria ammassando truppe al confine, portando all'ultimatum austriaco e all'invasione del 1859
Le truppe franco-sarde ottennero vittorie significative a Magenta e Solferino durante la guerra contro l'Austria
Dopo l'armistizio di Villafranca, l'Austria mantenne il controllo del Veneto ma cedette la Lombardia al Regno di Sardegna
Le regioni centrali d'Italia votarono per l'annessione al Regno di Sardegna dopo l'armistizio di Villafranca
Cavour negoziò con Napoleone III l'incorporazione di Toscana, Parma, Modena e parti dell'Emilia-Romagna in cambio di Nizza e Savoia
Il 17 marzo 1861, il parlamento italiano proclamò il Regno d'Italia con capitale a Torino e Vittorio Emanuele II come monarca
La formula "per grazia di Dio e volontà della nazione" simboleggiava il compromesso tra la sovranità divina e il consenso popolare nella proclamazione del Regno d'Italia