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L'ascesa del Fascismo in Italia e il consolidamento del potere di Mussolini segnano un periodo di grandi trasformazioni. Dopo la Prima Guerra Mondiale, l'Italia vive una crisi che favorisce l'emergere del Fascismo, culminato nella Marcia su Roma e nella nascita dello Stato Fascista. Il regime, attraverso leggi repressive e politiche economiche e sociali, cerca di creare un'identità nazionale forte, mentre in politica estera si avvicina alla Germania nazista, portando l'Italia alla Seconda Guerra Mondiale.
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La vittoria mutilata e il malcontento generale portarono all'ondata di scioperi e occupazioni di fabbriche del biennio rosso
Mussolini, dopo aver rotto con il Partito Socialista, fondò il movimento fascista nel 1919, inizialmente con un programma di riforme sociali e politiche
Il Fascismo guadagnò popolarità e potere grazie alla violenza politica e alla paura del comunismo, culminando nella Marcia su Roma del 1922 e nella nomina di Mussolini a capo del governo
Il Gran Consiglio del Fascismo e la Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale furono fondamentali per il controllo del regime
La legge Acerbo e le elezioni del 1924, segnate da intimidazioni e violenze, rafforzarono la presa del Fascismo sul governo
L'assassinio di Giacomo Matteotti e la secessione dell'opposizione portarono Mussolini a una svolta autoritaria, con la proclamazione di leggi eccezionali e la repressione del dissenso
La politica economica del Fascismo iniziò con un'impostazione liberista, ma si orientò verso un maggiore intervento dello stato a seguito della crisi del 1929
Il regime promosse l'immagine di solidarietà nazionale, ma non riuscì a migliorare significativamente le condizioni di vita delle classi più povere
Inizialmente caratterizzata da un tentativo di affermare l'Italia come potenza indipendente, la politica estera del Fascismo si orientò verso un'alleanza con la Germania nazista a causa delle sanzioni internazionali e dell'aggressiva politica espansionistica di Hitler