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La Prima Guerra Mondiale e il suo impatto sulla solidarietà internazionale dei lavoratori, il dibattito neutralista e interventista in Italia, e le conseguenze dell'entrata in guerra dell'Italia dopo il Patto di Londra.
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La Prima Guerra Mondiale segnò un punto di svolta per la solidarietà internazionale dei lavoratori, un principio cardine dell'ideologia socialista
Nonostante l'opposizione prebellica, la maggior parte dei partiti socialisti e dei sindacati nei paesi belligeranti si schierò a favore della difesa nazionale
L'allineamento nazionalista dei partiti socialisti rappresentò il cedimento dell'internazionalismo socialista, che aveva promosso la fratellanza transnazionale dei lavoratori contro le divisioni imposte dal capitalismo
La Prima Guerra Mondiale iniziò come una guerra di movimento, ma ben presto si trasformò in una guerra di trincea caratterizzata da uno stallo strategico e enormi perdite umane
I fronti principali videro l'offensiva austro-ungarica contro la Serbia, l'avanzata russa in Prussia orientale e Galizia, e l'attacco tedesco verso la Francia, passando per il Belgio neutrale
La guerra di posizione portò a uno stallo strategico con scarsi guadagni territoriali e enormi perdite umane
In Italia, il dibattito sulla partecipazione al conflitto mondiale fu fortemente polarizzato tra neutralisti e interventisti
La scelta dell'Italia di entrare in guerra fu influenzata da fattori interni come la pressione popolare e degli industriali, nonché dall'appoggio del re
Dopo un periodo di negoziati segreti, l'Italia sottoscrisse il Patto di Londra e il 24 maggio 1915 dichiarò guerra all'Austria-Ungheria, schierandosi ufficialmente con le potenze dell'Intesa