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Il principio di riserva di legge nella Costituzione italiana è fondamentale per garantire che materie sensibili siano regolate esclusivamente da leggi parlamentari. Questo assicura la partecipazione democratica e la tutela dei diritti fondamentali, limitando la discrezionalità amministrativa e rafforzando il controllo giurisdizionale.
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Il principio di riserva di legge stabilisce che alcune materie possono essere regolate solo attraverso leggi formali emanate dal Parlamento
Il principio di riserva di legge limita il potere normativo di fonti secondarie come i regolamenti, che non possono disciplinare materie esclusivamente riservate alla legge
La riserva di legge trae origine dall'epoca della monarchia costituzionale e ha lo scopo di garantire i diritti fondamentali dei cittadini e limitare i poteri dell'esecutivo a favore del Parlamento
La Corte costituzionale interpreta la riserva di legge come un meccanismo per circoscrivere la discrezionalità amministrativa e garantire l'uguaglianza e la tutela giurisdizionale dei cittadini
Le riserve di legge si distinguono in relative e assolute a seconda del grado di dettaglio con cui il legislatore deve disciplinare una materia
La riforma del titolo V della parte II della Costituzione ha ampliato il ruolo delle regioni nel sistema legislativo italiano, consentendo loro di legiferare in materie precedentemente riservate allo Stato
Le riserve di legge si distinguono in rinforzate e semplici a seconda della presenza di indicazioni specifiche nel testo costituzionale riguardo al contenuto della legge
La giurisprudenza costituzionale ha mostrato un'evoluzione nell'interpretazione delle riserve di legge, talvolta ammettendo una maggiore flessibilità anche nelle materie inizialmente considerate di riserva assoluta