L'assassinio di Giulio Cesare scatenò una crisi nella Repubblica Romana, portando all'ascesa di Ottaviano. La lotta per il potere, il Secondo Triumvirato e la battaglia di Filippi furono eventi chiave che condussero alla nascita dell'Impero Romano e alla fine della Repubblica.
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Dopo l'assassinio di Cesare, i congiurati non avevano un piano per gestire le conseguenze del loro atto, lasciando un vuoto di potere che portò a conflitti e incertezze
La plebe romana, che aveva beneficiato delle riforme di Cesare, si ribellò in proteste violente, costringendo molti dei congiurati a fuggire dalla città
Il giovane nipote e figlio adottivo di Cesare, Ottaviano, si fece avanti come leader politico e ottenne il sostegno delle legioni di Cesare e di una parte del Senato
Dopo la morte di Cesare, Marco Antonio e Ottaviano emersero come principali contendenti per il controllo dell'eredità politica del leader assassinato
La tensione tra i due raggiunse il culmine quando Antonio assediò Decimo Bruto a Modena, cercando di prendere il controllo della Gallia Cisalpina
Nel 43 a.C., Ottaviano, Antonio e Lepido formarono il Secondo Triumvirato, un'alleanza politica e militare che conferiva loro poteri straordinari e divideva i territori romani tra i tre
I triumviri utilizzarono i loro poteri straordinari per lanciare una campagna di repressione contro i loro avversari politici, compilando liste di proscrizione che portarono alla morte di numerosi senatori e cavalieri
La repressione culminò nella battaglia di Filippi del 42 a.C., dove le forze dei triumviri sconfissero gli eserciti dei cesaricidi Bruto e Cassio
La sconfitta e il successivo suicidio dei cesaricidi segnarono la fine della resistenza repubblicana e prepararono il terreno per la nascita dell'Impero Romano
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