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Il sistema onomastico nell'antica Roma

L'onomastica dei cittadini romani era basata sui tria nomina: praenomen, nomen e cognomen. Questi elementi identificavano l'individuo, la sua gens e il suo status sociale. Le donne romane erano identificate dal nomen paterno o coniugale, mentre gli imperatori adottavano titoli che esprimevano potere e autorità. La società era divisa in cives Romani, peregrini e servi, con i liberti che godevano di diritti civili limitati.

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1

Nella società dell'______ Roma, l'identità di una persona era rappresentata dai '______ ', introdotti dopo la municipalizzazione dell' a seguito del ______ ______.

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antica tria nomina Italia bellum sociale

2

Dies lustricus - significato

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Cerimonia di purificazione e nomeggiamento per neonati maschi, avveniva il nono giorno dopo la nascita.

3

Toga virilis - momento adozione

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Vestizione della toga virilis dai maschi romani per segnare il passaggio all'età adulta.

4

Nomen femminile - uso in contesti formali

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Donne chiamate con il nomen paterno o maritale più suffisso '-a', indicando il genere femminile.

5

Con la ______ del 212 d.C., che estendeva la cittadinanza romana a tutti gli abitanti liberi dell'impero, l'importanza della ______ calò e la sua menzione divenne meno comune.

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constitutio Antoniniana tribù

6

Cognomen: assegnazione motivi

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Assegnato per meriti militari o successi personali.

7

Cognomen post-adozione

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Mantenuto nome famiglia originaria con suffisso -anus.

8

Diffusione cognomen epoca Silla

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Esteso a liberti e ceti bassi durante l'età di Silla.

9

Il termine '______' veniva usato per indicare l'autorità suprema e aveva un significato sacro.

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Augustus

10

Differenza tra 'ingenui' e 'liberti'

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Ingenui: nati liberi da genitori liberi. Libertini: ex schiavi affrancati, cittadini con diritti limitati.

11

Ruolo del 'patronus' nei confronti dei 'liberti'

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Patronus: ex padrone di un liberto, mantiene un vincolo di clientela e protezione.

Q&A

Ecco un elenco delle domande più frequenti su questo argomento

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L'onomastica dei cittadini romani e i tria nomina

Nell'antica Roma, l'identità di un cittadino era definita da un sistema onomastico dettagliato, i "tria nomina", che si affermò in seguito alla municipalizzazione dell'Italia post bellum sociale. Il "praenomen" era il nome personale, dato al bambino poco dopo la nascita e spesso abbreviato dal III secolo a.C. Il "nomen" indicava l'appartenenza a una "gens", un'entità familiare estesa, e si trasmetteva ereditariamente. Il "cognomen" iniziò come soprannome per distinguere i membri all'interno della stessa gens e, col tempo, evolse in un indicatore di rami familiari e di meriti personali o militari. Questi nomi non solo identificavano l'individuo ma riflettevano anche la sua posizione sociale e il suo patrimonio culturale.
Statua marmorea di uomo romano in toga su piedistallo, con tempio colonnato sullo sfondo e bassorilievo di vita quotidiana romana.

La procedura di assegnazione dei nomi e l'uso sociale

I nomi romani venivano assegnati secondo riti di passaggio ben definiti. I maschi ricevevano il praenomen durante la cerimonia della "dies lustricus", nove giorni dopo la nascita, e lo adottavano ufficialmente indossando la "toga virilis" per segnare il passaggio all'età adulta. Le femmine ricevevano il praenomen dopo otto giorni, ma era meno usato pubblicamente, dato che la società romana relegava le donne a un ruolo prevalentemente domestico. In contesti formali, le donne erano spesso chiamate con il nomen del padre o del marito, seguito dal suffisso "-a" per indicare il genere femminile.

Elementi aggiuntivi dell'onomastica romana: patronimico e tribù

L'onomastica romana poteva includere anche il "patronimico", che esprimeva la filiazione paterna, e la menzione della "tribù", che identificava l'appartenenza a una delle divisioni amministrative di Roma e che aveva implicazioni politiche, come il diritto di voto nei comizi tributi. Con l'estensione della cittadinanza romana a tutti gli abitanti liberi dell'impero attraverso la constitutio Antoniniana nel 212 d.C., la rilevanza della tribù diminuì, e la sua menzione divenne meno frequente.

Il cognomen e la sua evoluzione sociale

Il cognomen, originariamente un soprannome, si trasformò in un elemento chiave dell'identità romana, soprattutto tra le classi elevate. Divenne un segno di distinzione tra le famiglie patrizie e plebee e, a partire dall'età di Silla, si diffuse anche tra i liberti e i ceti più bassi. Il cognomen poteva essere assegnato per meriti militari o altri successi personali e, in caso di adozione, il nome della famiglia di origine veniva mantenuto come cognomen, spesso con l'aggiunta del suffisso -anus per indicare il cambiamento di status.

L'onomastica imperiale e la titolatura

Gli imperatori romani adottavano una titolatura onomastica complessa che rifletteva il loro status e il potere. Il nome personale era seguito dal titolo "Imperator", che indicava il comando militare, e dal cognome "Caesar", che sottolineava la successione dinastica. Il titolo "Augustus" aveva una connotazione sacrale e veniva conferito per sancire l'autorità suprema. La titolatura imperiale poteva includere anche cariche come "Pontifex Maximus", il sommo sacerdote, e "Consul", oltre a titoli onorifici che celebravano le conquiste e i meriti dell'imperatore.

Lo status giuridico personale nella società romana

La società romana era gerarchicamente divisa in cittadini romani (cives Romani), stranieri (peregrini) e schiavi (servi). I cittadini romani si suddividevano ulteriormente in "ingenui", nati liberi da genitori liberi, e "liberti", ex schiavi affrancati che avevano ottenuto la cittadinanza. I liberti mantenevano un vincolo di clientela con il loro ex padrone, ora patronus, e godevano di diritti civili meno ampi rispetto agli ingenui, ma comunque significativi rispetto agli altri strati sociali.