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La peste in 'I Promessi Sposi' di Manzoni agisce come strumento di giustizia provvidenziale, punendo il malvagio don Rodrigo e risparmiando il virtuoso Renzo. Il romanzo riflette sulle conseguenze morali delle azioni umane e sulla resilienza della vita attraverso la figura di Bortolo e la simbologia della vigna di Renzo.
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Don Rodrigo viene colpito dalla peste come punizione per le sue azioni immorali
Renzo rimane illeso dalla peste
Grazie alla sua virtù e al suo amore sincero, Renzo non viene colpito dalla peste
La peste agisce come uno strumento attraverso il quale la Provvidenza interviene per ripristinare un ordine morale superiore
Una volta colpito dalla peste, Don Rodrigo diventa una figura patetica e tenta di nascondere il suo terrore della morte dietro una maschera di allegria forzata
Il Griso, servitore fedele di Don Rodrigo, lo tradisce cercando di sottrargli i beni, ma muore in circostanze misere, sottolineando la natura tragica e ironica della giustizia poetica
Bortolo rappresenta la tenacia e l'etica del lavoro, qualità che contribuiscono alla ripresa e alla stabilità della società dopo la crisi della peste
Nonostante l'abbandono e la devastazione causata dalla peste, la vigna di Renzo continua a crescere e a produrre, diventando metafora della resilienza e della capacità di rinnovamento della vita
Manzoni, con la sua passione per la botanica e l'ordine naturale, descrive la vigna come un microcosmo che rappresenta la forza della vita nonostante le avversità
Il narratore accompagna il lettore in un viaggio emotivo attraverso il paese desolato e segnato dalla peste, offrendo digressioni sulla fragilità dell'esistenza umana e sottolineando la resilienza di Renzo nel contemplare l'alba come simbolo di speranza e nuovo inizio