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La questione meridionale rappresenta il divario tra il Nord e il Sud Italia postunitario. Radicata in secoli di dominazioni e politiche inefficaci, ha visto il Mezzogiorno lottare con arretratezza economica, brigantaggio e mancate riforme agrarie. Le politiche liberiste della Destra storica e la repressione del brigantaggio senza soluzioni strutturali hanno lasciato un'eredità di difficoltà ancora presenti.
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La "questione meridionale" si riferisce al divario socio-economico tra il Nord industrializzato e il Mezzogiorno prevalentemente agricolo e meno sviluppato
Dominazione straniera e sistema di latifondo
La struttura socio-economica del Mezzogiorno, basata sul sistema di latifondo gestito da baroni e grandi proprietari terrieri, ha radici profonde nei periodi di dominazione straniera come quella spagnola e francese
Politiche economiche della Destra storica
Le politiche economiche liberiste promosse dalla Destra storica, ispirate da Cavour, hanno privilegiato il settore industriale del Nord a discapito del Sud, contribuendo alla perpetuazione della povertà e delle difficoltà economiche nel Mezzogiorno
Diverse soluzioni sono state proposte per affrontare la questione meridionale, come riforme agrarie e promozione di un ceto di piccoli proprietari, ma sono state ostacolate dalla complessità dei problemi e dalle priorità dello Stato
La risposta dello Stato al malcontento nel Mezzogiorno è stata marcatamente repressiva, con la proclamazione dello stato di assedio e l'emanazione della legge Pica, che autorizzava misure eccezionali contro i briganti
Sebbene le azioni repressive abbiano soppresso la ribellione, non hanno risolto le cause sottostanti del malcontento, come la povertà endemica e la mancanza di opportunità economiche, perpetuando così un'eredità di difficoltà nel Mezzogiorno