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L'esplorazione e la colonizzazione europea dell'America tra XVI e XVII secolo portarono all'introduzione della schiavitù e al commercio triangolare. Milioni di africani furono deportati, influenzando demografia e culture del Nuovo Mondo. Questi eventi si scontrarono con i principi dell'Illuminismo, creando contraddizioni morali.
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Le potenze europee intrapresero un'intensa esplorazione e colonizzazione dell'America nel XVI e XVII secolo
Le potenze europee furono attratte dalle abbondanti risorse naturali dell'America
Le potenze europee impiantarono sistemi agricoli basati sulla monocoltura di prodotti come canna da zucchero, tabacco, cotone, caffè e cacao
La necessità di manodopera economica portò gli europei a optare per l'uso di lavoro forzato, in particolare la schiavitù, nelle loro colonie americane
Il commercio triangolare era un sistema che coinvolgeva il trasporto di schiavi dall'Africa all'America per soddisfare la richiesta di manodopera nelle piantagioni
Gli schiavi africani erano preferiti poiché la schiavitù era stata abolita in Europa e gli indigeni americani erano stati decimati da malattie e sfruttamento
Il commercio degli schiavi si sviluppò attraverso un sistema di scambi con le tribù africane, che cedevano i prigionieri di guerra agli europei in cambio di merci
Gli schiavi venivano trasportati in America e scambiati con i prodotti delle piantagioni, che a loro volta venivano venduti in Europa
Nel XVIII secolo, il commercio triangolare fu dominato dagli inglesi, in particolare dopo il trattato di Utrecht del 1713 che garantì loro il monopolio su tale commercio
Si stima che tra i 10 e i 12 milioni di africani furono deportati nel Nuovo Mondo, contribuendo alla formazione di comunità e culture ibride
La schiavitù ha lasciato un'eredità di questioni irrisolte che persistono ancora oggi, come il razzismo e le disuguaglianze sociali
Nonostante l'epoca dell'Illuminismo, la schiavitù continuò a essere praticata, evidenziando una contraddizione tra gli ideali di uguaglianza e i sistemi di sfruttamento