Il consolidamento del potere fascista sotto Benito Mussolini segnò un'epoca di repressione e limitazione delle libertà in Italia. Con la legge Acerbo e l'omicidio di Matteotti, il regime rafforzò il proprio controllo, soffocando l'opposizione e instaurando un sistema totalitario. I Patti Lateranensi, la politica economica e la propaganda furono strumenti chiave nella costruzione del consenso, mentre l'antifascismo continuava a resistere.
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Il regime fascista di Mussolini instaurò un clima di intimidazione e violenza per affermare la propria supremazia
Con l'ascesa al potere, il regime fascista istituì il Gran Consiglio del Fascismo e la Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale, sostituendo le squadre d'azione
La riforma elettorale del 1923, nota come "legge Acerbo", garantì al Partito Nazionale Fascista una vittoria schiacciante alle elezioni del 1924, nonostante la campagna elettorale segnata da intimidazioni e violenze
L'omicidio del deputato socialista Giacomo Matteotti, che aveva denunciato le irregolarità nelle elezioni del 1924, provocò una crisi politica e dimissioni nel governo
L'opposizione, guidata da Giovanni Amendola, si ritirò dal Parlamento in segno di protesta formando il "Aventino", ma non riuscì a offrire un'efficace resistenza al consolidamento del regime fascista
Con la trasformazione in uno Stato totalitario, il potere legislativo fu assoggettato all'esecutivo, con Mussolini che assunse il ruolo di Primo Ministro e segretario di Stato
I podestà e i prefetti, figure chiave dell'amministrazione locale, furono nominati dal governo centrale
La libertà di stampa fu soppressa e i partiti e sindacati non fascisti furono sciolti, mentre la "legge per la difesa dello Stato" introdusse la pena di morte per reati politici e istituì un Tribunale speciale per la difesa dello Stato
L'OVRA, la polizia segreta, fu incaricata di soffocare ogni forma di dissenso, mentre la riforma del Gran Consiglio del 1928 e la successiva riforma elettorale trasformarono l'Italia in uno Stato a partito unico
La firma dei Patti Lateranensi nel 1929 rappresentò un momento cruciale per il regime, che cercava di legittimarsi agli occhi del popolo italiano
Con questi accordi, lo Stato riconobbe la sovranità del Vaticano e il cattolicesimo come religione di Stato, mentre la Chiesa accettò di limitare la propria influenza politica
L'insegnamento della religione cattolica divenne obbligatorio nelle scuole pubbliche, mentre il regime sciolse tutte le organizzazioni giovanili non fasciste nel 1931
La politica economica fascista subì un'evoluzione, passando da un iniziale liberalismo a un interventismo statale
La crisi del 1925 portò a politiche protezionistiche e alla promozione dell'autarchia, con la "battaglia del grano" e la rivalutazione della lira
La bonifica integrale e la Carta del Lavoro del 1927 furono altri pilastri della politica economica fascista, che introdusse il corporativismo e abolì il diritto di sciopero
L'Opera Nazionale Balilla e la riforma scolastica del 1923 furono strumenti per formare una nuova generazione di cittadini fedeli al regime, mentre la censura e la fascistizzazione della cultura influenzarono la stampa e la produzione libraria
Il culto del Duce e il richiamo alla romanità divennero temi centrali della propaganda fascista
Nonostante la dura repressione, l'antifascismo continuò a esistere sia in Italia sia all'estero, con organizzazioni come Giustizia e Libertà che mantennero viva la lotta antifascista
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