Il dopoguerra italiano segna una crisi economica e sociale, con il debito pubblico alle stelle e l'inflazione in aumento. La transizione economica, le tensioni sociali, l'occupazione di Fiume, il Biennio Rosso e la nascita del fascismo delineano un periodo turbolento che culmina con la marcia su Roma e l'ascesa di Mussolini al potere.
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Il debito pubblico e l'inflazione erano due dei principali problemi che affliggevano l'Italia nel dopoguerra, a causa delle spese belliche e della transizione economica
La transizione dall'economia di guerra a quella di pace presentava notevoli ostacoli, soprattutto nella riconversione delle industrie, causando ulteriori difficoltà economiche
La società italiana era attraversata da tensioni e aspirazioni rivoluzionarie, soprattutto tra le classi lavoratrici, mentre i veterani facevano fatica a reintegrarsi nella vita civile
Dopo la fine dell'era di Giovanni Giolitti, la politica italiana era caratterizzata da instabilità e tumulto, culminando con le dimissioni del governo di Vittorio Emanuele Orlando dopo il fallimento nella conferenza di pace di Parigi
La mancata ottenzione delle concessioni territoriali sperate nella conferenza di pace di Parigi alimentò il sentimento di "vittoria mutilata" in Italia
Il Partito Popolare Italiano, ispirato alla dottrina sociale cattolica e sostenuto da Papa Benedetto XV, fu fondato nel 1919 e ottenne successo alle elezioni di quell'anno
La conferenza di pace di Parigi del 1919 fu un momento cruciale per l'Italia, che cercò di ottenere le terre promesse dal Patto di Londra del 1915
L'occupazione di Fiume da parte di Gabriele D'Annunzio e dei suoi legionari nel 1919 fu un atto di sfida verso le decisioni internazionali e simbolo delle rivendicazioni territoriali italiane
Dopo 15 mesi di governo non riconosciuto, il Trattato di Rapallo del 1920 pose fine all'impresa fiumana, stabilendo Fiume come città libera e solo nel 1924 venne annessa all'Italia con il Trattato di Roma
Il Biennio Rosso (1919-1920) fu un periodo di intensa agitazione sociale e sindacale in Italia, con scioperi e manifestazioni per rivendicare migliori condizioni di lavoro e diritti sociali
Nel 1921, la corrente comunista guidata da Amadeo Bordiga e Antonio Gramsci si separò dal Partito Socialista, fondando il Partito Comunista d'Italia e indebolendo il fronte socialista
Il fascismo italiano nacque nel 1919 con la fondazione dei Fasci di Combattimento da parte di Benito Mussolini, attrarre ex combattenti e nazionalisti con un programma che mescolava elementi di sinistra e di destra
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