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La genesi della tradizione costituzionale italiana

La storia costituzionale italiana ha radici nello Statuto Albertino del 1848, esteso poi a tutto il Regno con l'unificazione. Il fascismo e la Liberazione hanno portato al referendum del 2 giugno 1946, dove gli italiani, inclusa la partecipazione femminile, hanno scelto la Repubblica, segnando una svolta storica e sociale.

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1

Lo ______ Albertino fu promulgato il ______ 1848 da ______ ______ di Savoia.

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Statuto 4 marzo Carlo Alberto

2

Con l'unificazione nazionale del ______, lo Statuto Albertino fu esteso a tutto il ______ d'Italia.

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1861 Regno

3

La modifica dello Statuto Albertino poteva avvenire tramite una ______ ordinaria, senza un processo ______ specifico.

Clicca per vedere la risposta

legge costituzionale

4

Ascesa del Fascismo

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Crisi post-1ª GM e marcia su Roma portano Mussolini al potere nel 1922.

5

Leggi razziali antisemite

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Regime fascista instaura politiche discriminatorie contro ebrei nel 1938.

6

25 aprile 1945: Liberazione

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Fine occupazione nazifascista, festa della libertà e resistenza in Italia.

7

Durante il referendum del 1946, le ______ parteciparono al voto per la prima volta nella storia italiana.

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donne

8

Promulgazione Costituzione Italiana

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22 dicembre 1947, entrata in vigore 1º gennaio 1948.

9

Abolizione Statuto Albertino

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La Costituzione del 1948 sostituisce lo Statuto Albertino del 1848.

10

Suffragio universale e voto alle donne

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1948: Prima volta voto donne in Italia, suffragio universale.

11

Nel ______, le donne italiane hanno ottenuto per la prima volta il diritto di ______ e di ______, contribuendo alla vita democratica nazionale.

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1946 voto eleggibilità

Q&A

Ecco un elenco delle domande più frequenti su questo argomento

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Dalle origini costituzionali italiane allo Statuto Albertino

La genesi della tradizione costituzionale italiana si identifica con lo Statuto Albertino, promulgato il 4 marzo 1848 da Carlo Alberto di Savoia, sovrano del Regno di Sardegna. Questo documento, che rappresenta la prima carta costituzionale significativa del Paese, fu in seguito esteso a tutto il Regno d'Italia con l'unificazione nazionale, avvenuta nel 1861 sotto il regno di Vittorio Emanuele II. Lo Statuto Albertino, caratterizzato da una struttura concisa e da una notevole flessibilità interpretativa, definiva i poteri del monarca e stabiliva i diritti fondamentali dei cittadini. La sua modifica poteva avvenire attraverso una legge ordinaria, senza la necessità di un processo costituzionale specifico. La natura "ottriata" dello Statuto sottolinea che esso fu concesso dal re ai suoi sudditi, e non frutto di un accordo costituzionale tra le varie forze sociali.
Interno vuoto dell'aula parlamentare italiana con banchi semicircolari in legno, scrivania presidenziale e bandiere, sotto luce di candelabri.

Il fascismo e la marcia verso la Liberazione

Nel periodo successivo alla Prima guerra mondiale, l'Italia attraversò una profonda crisi economica e politica che facilitò l'ascesa del Partito Nazionale Fascista, guidato da Benito Mussolini. Dopo la marcia su Roma nel 1922, Mussolini ricevette l'incarico dal re Vittorio Emanuele III di formare un nuovo governo, dando inizio a un regime totalitario che limitò le libertà civili e politiche e instaurò politiche discriminatorie, come le leggi razziali antisemite. La caduta del fascismo avvenne in seguito agli eventi della Seconda guerra mondiale e fu caratterizzata da una fase di guerra civile tra le forze partigiane, che si opponevano alla Repubblica Sociale Italiana, fedele a Mussolini e sostenuta dalla Germania nazista. La Liberazione, avvenuta il 25 aprile 1945, segnò la fine dell'occupazione nazifascista e rappresenta un momento fondamentale nella storia italiana, celebrato annualmente come festa della libertà e della resistenza.

Il referendum del 2 giugno 1946 e la nascita della Repubblica

La fine del conflitto mondiale e la caduta del fascismo aprirono la strada alla ricostruzione istituzionale dell'Italia. Il 2 giugno 1946 si tenne un referendum che offrì ai cittadini italiani, comprese le donne che votarono per la prima volta, la possibilità di scegliere tra la conservazione della monarchia o l'istituzione della repubblica. In parallelo, si svolsero le elezioni per l'Assemblea Costituente, incaricata di redigere una nuova Costituzione. Il risultato del referendum vide la prevalenza dei voti a favore della repubblica, nonostante le controversie sulla regolarità del voto in alcune zone del Paese. Questo evento segnò una svolta decisiva nella storia italiana, con la fine della monarchia e l'avvio di un nuovo corso repubblicano.

La stesura della Costituzione italiana e il suffragio universale

L'Assemblea Costituente, eletta in seguito al referendum, si impegnò nella redazione della Costituzione della Repubblica Italiana, che fu promulgata il 22 dicembre 1947 ed entrò in vigore il 1º gennaio 1948. Questo documento sostituì lo Statuto Albertino e fu frutto del lavoro congiunto di rappresentanti di diverse correnti politiche e sociali, eletti con il suffragio universale, che per la prima volta nella storia italiana includeva anche le donne. La nuova Costituzione stabilì i principi fondamentali dello Stato italiano, basati su uguaglianza, libertà e diritti civili, e rappresentò un simbolo di rinascita democratica e di riconciliazione nazionale nel dopoguerra.

Il significato storico e civile del 2 giugno 1946

Il 2 giugno 1946 rappresenta una data di cruciale importanza nella storia italiana, non solo per la scelta della forma repubblicana di governo, ma anche come momento di profonda trasformazione sociale e politica. Per la prima volta, le donne italiane acquisirono il diritto di voto e di eleggibilità, partecipando attivamente alla vita democratica del Paese. Questa giornata è celebrata come Festa della Repubblica, simbolo della partecipazione popolare alla fondazione di una nuova Italia basata sui valori di cittadinanza repubblicana e di democrazia, incarnati nella Costituzione.