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L'origine della Costituzione Italiana si collega allo Statuto Albertino del 1848, esteso con l'unificazione del 1861. Il fascismo alterò questo statuto, ma il referendum del 1946 e l'Assemblea Costituente portarono alla nascita della Repubblica e alla promulgazione della nuova Costituzione nel 1947, basata su libertà e giustizia sociale.
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Lo Statuto Albertino, promulgato nel 1848 da Carlo Alberto di Savoia, rappresentava un compromesso tra le esigenze di modernizzazione e le resistenze conservatrici
Divisione dei poteri
Lo Statuto Albertino introdusse il principio della divisione dei poteri, che prevedeva un equilibrio tra il potere esecutivo, legislativo e giudiziario
Diritti fondamentali
Lo Statuto Albertino garantiva alcuni diritti fondamentali, seppur in modo limitato, come la libertà di stampa e di associazione
Con l'unificazione italiana nel 1861, lo Statuto Albertino divenne la carta costituzionale dello Stato unitario, mantenendo il re come figura centrale ma concedendo maggiori poteri al Parlamento
Dopo la marcia su Roma nel 1922, Benito Mussolini instaurò un regime totalitario che modificò profondamente lo Statuto Albertino
Durante il periodo fascista, il Parlamento fu sostituito da istituzioni fasciste come la Camera dei fasci e delle corporazioni, che limitarono notevolmente il ruolo legislativo dei cittadini
Durante il regime fascista, furono introdotte le leggi razziali del 1938, che rappresentarono una delle pagine più buie della storia italiana
Dopo la fine della Seconda guerra mondiale, gli italiani si espressero attraverso un referendum istituzionale, scegliendo tra monarchia e repubblica
La vittoria della repubblica portò all'esilio del re Umberto II e all'elezione dell'Assemblea Costituente, incaricata di redigere una nuova Costituzione
L'Assemblea Costituente, composta da rappresentanti di diverse correnti politiche, lavorò alla stesura della nuova Costituzione, che entrò in vigore il 1º gennaio 1948