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La storia del suffragio femminile e dei diritti delle donne evidenzia figure come Olympe de Gouges, Millicent Fawcett e Rita Levi-Montalcini. Dalla Dichiarazione dei Diritti della Donna alla legge Golfo-Mosca, si traccia l'evoluzione della condizione femminile, inclusi gli ostacoli e i successi nel campo lavorativo e scientifico, come le scoperte di Marie Curie.
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Nel 1789, durante la Rivoluzione Francese, fu promulgata la Dichiarazione dei Diritti dell'Uomo e del Cittadino, che non includeva esplicitamente i diritti delle donne
Nel 1791, Olympe de Gouges rispose alla mancanza di diritti delle donne nella Dichiarazione dei Diritti dell'Uomo e del Cittadino con la sua Dichiarazione dei Diritti della Donna e della Cittadina, proclamando l'uguaglianza di diritti tra i sessi
Nel XIX e XX secolo, Millicent Fawcett e altre attiviste lottarono per il suffragio femminile, che fu ottenuto in Gran Bretagna nel 1918, ma inizialmente limitato a donne sopra i 30 anni e con determinati requisiti di proprietà
Negli Stati Uniti, il suffragio femminile fu garantito con il 19° emendamento nel 1920, mentre in Italia il suffragio universale, inclusivo delle donne, fu stabilito con il decreto legislativo n. 74 del 1946
Fino al XIX secolo, il ruolo delle donne era limitato alla sfera domestica, ma con l'emergere degli ideali liberali e femministi, le donne iniziarono a lottare per l'accesso all'istruzione superiore e alle professioni
In Italia, la legge Sacchi del 1877 permise alle donne di accedere all'istruzione universitaria e la legge 1175 del 1919 aprì le porte a tutte le professioni, ad eccezione delle cariche politiche, che furono poi garantite dalla Costituzione del 1948
Durante la rivoluzione industriale, molte donne trovarono lavoro nelle fabbriche, ma le condizioni erano spesso precarie e solo nel 1934 fu introdotta una legge per la tutela delle lavoratrici madri, che includeva la clausola di nubilato, abolita solo nel 1963