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Il pensiero umanitario e nazionalista di Giovanni Pascoli

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Giovanni Pascoli, poeta italiano tra Ottocento e Novecento, si distingue per il suo pensiero umanitario e nazionalista, la poetica del 'fanciullino' e l'influenza del Simbolismo. Temi come la morte, l'infanzia perduta e la natura sono centrali nelle sue opere, arricchite da innovazioni stilistiche e linguistiche che hanno influenzato la poesia successiva.

Il pensiero umanitario e nazionalista di Giovanni Pascoli

Giovanni Pascoli (1855-1912), uno dei maggiori poeti italiani del tardo Ottocento e dei primi del Novecento, è noto per il suo pensiero umanitario, che si sviluppa in seguito a un'esperienza di reclusione durante la sua giovinezza. Tale esperienza lo indusse a distaccarsi dalla politica attiva, orientandosi verso un ideale di fratellanza e solidarietà tra le classi. Pascoli promuoveva un'idea di pace e concordia universale, ma non fu immune dall'onda del nazionalismo che attraversava l'Italia dell'epoca. Il suo nazionalismo si manifesta in particolare nel contesto dell'emigrazione italiana e nella perdita dell'unità familiare, simboleggiata dal "nido". Nel 1911, Pascoli espresse sostegno all'intervento coloniale italiano in Libia con il discorso "La grande Proletaria si è mossa", vedendo nella colonizzazione una possibilità per l'Italia di fornire terra e lavoro ai suoi cittadini emarginati.
Paesaggio bucolico con prato verde, pecore al pascolo, pastore e cane, casa di campagna su collina, bambino che legge sotto ciliegio fiorito.

La poetica del "fanciullino" e l'influenza del Simbolismo

Giovanni Pascoli sviluppa una poetica innovativa, esposta nel saggio "Il fanciullino" (1897), in cui afferma che in ogni uomo persiste un fanciullino, ovvero una parte ingenua e pura che il poeta è in grado di rivelare attraverso la poesia. Questa concezione porta alla creazione di una poesia dello stupore, che mira a riscoprire il mondo con occhi meravigliati, come se fosse la prima volta. La poesia diventa un mezzo per accedere a una conoscenza intuitiva e spontanea, capace di penetrare il velo del mistero che la ragione non può svelare. Pascoli, con una crescente sfiducia nella scienza, si avvicina al Simbolismo francese, ricercando un linguaggio poetico che evoca sensazioni attraverso suoni, immagini e simboli. Le sue opere "Myricae" (1891) e "Canti di Castelvecchio" (1903) sono esempi di questa adesione al Simbolismo, con l'uso di analogie, rimandi intertestuali e una rappresentazione della natura carica di intimismo e segretezza.

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00

Pensiero umanitario di Pascoli

Promuove fratellanza e solidarietà tra classi, ideale di pace e concordia universale.

01

Nazionalismo di Pascoli

Si manifesta nell'emigrazione e nella perdita dell'unità familiare, vede colonizzazione come mezzo per fornire risorse ai cittadini.

02

Discorso 'La grande Proletaria si è mossa'

Sostegno di Pascoli all'intervento coloniale in Libia, vede opportunità per Italia di aiutare cittadini emarginati.

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