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L'articolo 27 della Costituzione Italiana stabilisce la responsabilità penale personale e la rieducazione come scopo della pena. Esplora l'umanizzazione delle pene, l'interconnessione con altri articoli costituzionali, e l'evoluzione del principio di rieducazione. Analizza il trattamento penitenziario, i diritti dei detenuti e le sfide dell'ergastolo ostativo alla luce delle sentenze della Corte Costituzionale e della CEDU.
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La responsabilità penale è personale e l'individuo non può essere considerato colpevole fino al passaggio in giudicato della sentenza
Il principio di presunzione di innocenza è garantito dall'articolo 27 della Costituzione Italiana
Le pene devono essere improntate a criteri di umanità, escludendo espressamente la pena di morte
La rieducazione del condannato è il principale obiettivo della pena, come previsto dall'articolo 27 della Costituzione
Le pene devono essere finalizzate alla rieducazione del condannato e precludere qualsiasi trattamento disumano o degradante
L'articolo 2 della Costituzione tutela i diritti inviolabili dell'individuo, compresi quelli dei detenuti
L'articolo 3 della Costituzione promuove il principio di eguaglianza e impegna lo Stato a rimuovere gli ostacoli che impediscono la piena realizzazione della libertà e dell'eguaglianza dei cittadini
In passato, la rieducazione era vista come un obiettivo secondario rispetto alla sicurezza pubblica
Negli anni '90, la Corte Costituzionale ha progressivamente rafforzato il valore rieducativo della pena, estendendolo anche all'ambito legislativo e giudiziario
La sentenza n. 313 del 1990 ha enfatizzato che la rieducazione è un elemento essenziale della pena e deve essere considerata in tutte le fasi del procedimento penale e dell'esecuzione della pena
L'ordinamento penitenziario italiano prevede che il trattamento dei detenuti sia basato sull'umanità e sul rispetto della dignità personale, senza alcuna forma di discriminazione
I detenuti hanno il diritto di accedere alla giustizia per far valere i propri diritti, assicurando così la tutela giurisdizionale dei loro diritti
L'ergastolo è la pena più severa prevista per i reati di particolare gravità
Anche i detenuti condannati all'ergastolo possono accedere a benefici penitenziari, come la liberazione anticipata o la liberazione condizionale, purché dimostrino un impegno nel percorso rieducativo
L'ergastolo ostativo prevede limitazioni all'accesso a benefici penitenziari, a meno che non vi sia collaborazione con la giustizia, ma è stato oggetto di critiche da parte della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo