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Ovidio rivoluziona l'elegia e la letteratura con un amore razionale e giochi di genere. Le sue Metamorfosi e Heroides rielaborano miti, fondendo epica e elegia.
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Ovidio si distacca dai predecessori Tibullo e Properzio, proponendo un'esperienza d'amore più razionale e controllata
Ovidio tratta l'amore come un gioco raffinato, dove il controllo razionale spesso prevale sulla passione
Ovidio si erge a guida per godere dell'amore senza esserne travolti, sfidando il tradizionale codice di comportamento romano
Ovidio esplora la superiorità dell'arte stessa, giocando con i testi della tradizione e creando opere che si muovono su due piani di lettura
Ovidio utilizza una tecnica allusiva per creare una "mistione dei generi" e dimostrare la sua abilità di rielaborare pagine già note
Nonostante l'isolamento e la censura delle sue opere, Ovidio non abbandona la poesia e compone le "opere dell'esilio"
La relegazione di Ovidio a Tomi nel 8 d.C. segna un punto di svolta nella sua vita e nella sua opera
In queste opere, la sofferenza dell'esilio sostituisce la sofferenza d'amore e la moglie Fabia diventa l'oggetto del desiderio e della nostalgia
Ovidio crea una nuova forma di poesia nelle Heroides, rielaborando storie mitiche attraverso lettere immaginarie scritte da eroine del mito ai loro amati lontani
Le Metamorfosi narrano storie di trasformazione attraverso quindici libri, con il tema dell'amore e il rapporto tra umano e divino al centro
Ovidio descrive con realismo processi fantastici, come la trasformazione di Dafne in alloro, creando una realtà di fantasia che assume contorni di verosimiglianza
Le Metamorfosi riflettono la consapevolezza di Ovidio sulla maturità della letteratura latina e la sua libertà rispetto alla cultura greca, con una metapoetica che vede il poeta alle prese con la trasformazione dei toni e degli stili