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L'invasione longobarda del 568 d.C. segnò l'inizio di una nuova era per l'Italia. I Longobardi, guidati da Alboino, si insediarono in ducati autonomi e influenzarono la struttura sociale, l'economia e la cultura. La loro presenza portò alla divisione dell'Italia e alla nascita di Venezia. La società era gerarchizzata, con arimanni guerrieri e donne attive nell'economia. L'Editto di Rotari codificò le leggi longobarde, mentre la conversione al cattolicesimo e l'integrazione culturale con i romanici furono interrotte dalla conquista franca.
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Dopo la caduta dell'Impero Romano d'Occidente, l'Italia era sotto il controllo dell'Impero Bizantino
A causa di guerre e pestilenze, l'Impero Bizantino era indebolito e non riusciva a contrastare l'invasione dei Longobardi
Nel 568 d.C., i Longobardi, guidati da re Alboino, invasero l'Italia, trovando scarsa resistenza e insediandosi rapidamente
I Longobardi si organizzarono in ducati autonomi, come il ducato di Friuli, Spoleto e Benevento
Pavia divenne la capitale del regno longobardo in Italia
Nonostante l'avanzata dei Longobardi, i Bizantini mantennero il controllo di alcune aree, portando alla divisione dell'Italia in due realtà distinte
La società longobarda era fortemente gerarchizzata, con i nobili guerrieri arimanni in cima alla scala sociale
Inizialmente nomadi, i Longobardi si adattarono alla vita sedentaria, dedicandosi all'agricoltura, all'allevamento e all'artigianato
I Longobardi praticavano riti funerari pagani e ariani, ma gradualmente si convertirono al cattolicesimo grazie a figure come la regina Teodolinda
I Longobardi adottarono la lingua latina e si integrarono culturalmente con i popoli romanici, influenzando la lingua e la toponomastica italiana