L'ascesa del Fascismo in Italia e la Marcia su Roma segnano l'inizio del regime di Benito Mussolini. Dopo la Prima Guerra Mondiale, il movimento fascista promette ordine e stabilità, culminando con la marcia del 1922 e l'instaurazione di un governo autoritario. Le leggi fascistissime e le politiche economiche e sociali, come la battaglia del grano e i Patti Lateranensi, rafforzano il potere di Mussolini e l'identità nazionale.
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Dopo la Prima Guerra Mondiale, l'Italia era attraversata da profonde tensioni sociali e politiche
Movimento di massa
I Fasci Italiani di Combattimento, fondati da Mussolini nel 1919, si trasformarono in un movimento di massa che attrasse molti veterani di guerra e nazionalisti
Promessa di ordine e stabilità
I Fasci Italiani di Combattimento promettevano ordine e stabilità per risolvere le tensioni sociali e politiche del dopoguerra
Nel maggio del 1921, il movimento ottenne un importante successo elettorale, con l'ingresso di 35 rappresentanti fascisti alla Camera dei deputati
Il Partito Nazionale Fascista (PNF) fu ufficialmente fondato nel novembre del 1921, con Mussolini come leader indiscusso
Gran Consiglio del Fascismo
Il Gran Consiglio del Fascismo, istituito nel dicembre del 1922, divenne l'organo supremo del partito
Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale
La Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale, creata nel gennaio del 1923, consolidò il controllo del PNF sull'ordine pubblico
Le tensioni sociali e la violenza squadrista portarono a una crisi di governo, che i fascisti sfruttarono per organizzare la marcia su Roma il 28 ottobre 1922
Il regime fascista intraprese una serie di riforme per instaurare un regime totalitario, tra cui la trasformazione del governo in un organo responsabile solo di fronte al re e l'abolizione delle autonomie locali
Inizialmente, la politica economica del regime fu orientata al liberalismo, con risultati positivi sulla crescita economica
L'assassinio del deputato socialista Giacomo Matteotti nel 1924 portò a una grave crisi politica, che Mussolini affrontò con l'approvazione di riforme autoritarie, note come "leggi fascistissime"
Rivalutazione della lira
Nel 1926, il regime fascista decise di rivalutare la lira per stabilizzare l'economia, ma la misura ebbe effetti contrastanti
Politiche per l'autosufficienza alimentare e la bonifica dei terreni
Il governo intraprese iniziative come la "battaglia del grano" e la "bonifica integrale" per raggiungere l'autosufficienza alimentare e recuperare terreni incolti
Il regime fascista promosse politiche volte a rafforzare l'identità nazionale e l'autarchia economica del paese, come la riforma scolastica che reintroduceva l'insegnamento della religione cattolica e la politica demografica espansionistica
I Patti Lateranensi, firmati nel 1929, risolsero la "Questione Romana" stabilendo il riconoscimento reciproco tra lo Stato italiano e la Santa Sede e la creazione dello Stato della Città del Vaticano
I Patti Lateranensi contribuirono a consolidare il consenso popolare verso il regime, come dimostrato dalle elezioni plebiscitarie del 1928
I Patti Lateranensi rafforzarono l'immagine di Mussolini come leader capace di unire la nazione sotto il fascismo
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