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Visioni dell'essere umano e del contratto sociale nel XVII secolo

Thomas Hobbes e Jean-Jacques Rousseau offrono visioni contrastanti sull'essere umano e la società. Hobbes vede l'uomo come una macchina razionale in uno stato di natura conflittuale, che cerca sicurezza nel contratto sociale e nella sovranità assoluta. Rousseau, invece, crede nella bontà innata dell'uomo, corrotta dalla società e dalle disuguaglianze nate con la proprietà privata, proponendo un ordine sociale basato sulla volontà generale.

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1

Nel suo testo 'Leviatano', ______ descrive una condizione umana primitiva caratterizzata da un conflitto perpetuo.

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Thomas Hobbes

2

Principi morali in assenza di autorità

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Non esistono secondo Hobbes; giusto e ingiusto sono convenzioni sociali.

3

Stato di natura secondo Hobbes

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Condizione senza doveri morali reciproci, caratterizzata da caos e violenza.

4

Funzione del contratto sociale

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Mezzo per trasferire diritti naturali al sovrano e stabilire leggi per la pace sociale.

5

Il ______, esterno al contratto sociale, ha il dovere di assicurare l'ordine e la ______ dei cittadini, che devono rispettare le leggi.

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sovrano protezione

6

Visione hobbesiana vs Rousseau

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Hobbes vede l'uomo naturalmente egoista e in conflitto, Rousseau crede nell'innata bontà umana corrotta dalla società.

7

Contratto Sociale

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Modello politico di Rousseau dove un patto tra individui crea una volontà generale che esprime l'interesse comune.

8

Libertà individuale nel Contratto Sociale

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Per Rousseau, la libertà si realizza aderendo alla volontà generale, garantendo l'armonia e l'uguaglianza civica.

9

Nel suo '______ sull'origine e i fondamenti dell'______ tra gli uomini', Rousseau vede la ______ privata come inizio del ciclo di ______ e ______.

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Discorso ineguaglianza proprietà invidia conflitto

Q&A

Ecco un elenco delle domande più frequenti su questo argomento

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L'Antropologia Meccanicistica di Hobbes

Thomas Hobbes, filosofo del XVII secolo, propone una visione dell'essere umano come entità meccanica, guidata da leggi di autoconservazione e da un calcolo razionale dell'interesse personale. Nel suo lavoro "Leviatano", Hobbes descrive lo stato di natura come una condizione di guerra di tutti contro tutti, dove l'individuo è mosso da desideri e paure. La ragione umana è vista come uno strumento per la sopravvivenza, che permette di anticipare i pericoli e di cercare la pace attraverso la creazione di un contratto sociale. In questo contesto, l'autonomia è intesa come la capacità di agire in base a leggi naturali interne, ma è limitata dalla necessità di garantire la sicurezza personale attraverso l'istituzione di un potere sovrano.
Scultura di figure umane bronzee intrecciate come ingranaggi di una macchina, formano un cerchio toccandosi le mani, con sfondo sfumato grigio.

Il Relativismo Morale e la Necessità dell'Ordine Sociale

Hobbes sostiene che, in assenza di un'autorità sovrana, non esistono principi morali universali e che le nozioni di giusto e ingiusto sono prodotti di convenzioni sociali. Questa visione relativista implica che, nello stato di natura, gli individui non hanno doveri morali gli uni verso gli altri e che la pace sociale può essere raggiunta solo attraverso la costruzione di un ordine politico. Il contratto sociale, quindi, diventa il mezzo attraverso il quale gli individui trasferiscono i propri diritti naturali a un sovrano, che stabilisce e mantiene un codice di leggi comune, necessario per evitare il caos e la violenza endemica dello stato di natura.

Il Contratto Sociale e la Sovranità Assoluta

Secondo Hobbes, la transizione dalla libertà assoluta dello stato di natura all'ordine civile richiede la cessione totale dei diritti individuali al sovrano, che incarna la volontà collettiva e detiene il monopolio della forza. Questo passaggio implica una rinuncia all'autonomia personale in favore della sicurezza e della pace civile. Il sovrano, che non è parte del contratto sociale e rimane al di fuori di esso, ha il compito di garantire l'ordine e la protezione dei cittadini, che a loro volta devono obbedire alle leggi stabilite. La sovranità assoluta del Leviatano è giustificata dalla necessità di prevenire il ritorno allo stato di natura e di mantenere la coesione sociale.

Rousseau e la Trasformazione Sociale dell'Individuo

Jean-Jacques Rousseau, critico della visione hobbesiana, sostiene che l'uomo è naturalmente buono e che è la società a corromperlo. Nel suo "Contratto Sociale", Rousseau propone un modello di organizzazione politica in cui gli individui, attraverso un patto collettivo, creano una volontà generale che riflette l'interesse comune. Questo atto di associazione trasforma e eleva lo stato dell'uomo, da una condizione di pura indipendenza a una di interdipendenza civica, in cui la libertà individuale si realizza pienamente nell'adesione alla volontà generale. La "mutazione genetica" sociale di cui parla Rousseau è un processo di civilizzazione che permette agli individui di vivere insieme in armonia e uguaglianza.

La Critica di Rousseau alla Proprietà e all'Ineguaglianza

Rousseau identifica nel passaggio dall'amor di sé, un sentimento naturale e innocuo, all'amor proprio, fonte di confronto e competizione, l'origine delle disuguaglianze sociali. Nel suo "Discorso sull'origine e i fondamenti dell'ineguaglianza tra gli uomini", egli sostiene che la proprietà privata ha introdotto l'idea di esclusione e ha dato inizio a un ciclo di invidia e conflitto. La soluzione proposta da Rousseau è la creazione di un ordine sociale basato sulla volontà generale, che assicuri l'uguaglianza civile e politica e che permetta agli individui di identificarsi con la comunità, superando le divisioni e le ineguaglianze generate dall'egoismo personale.