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La crisi della Repubblica Romana nel II secolo a.C

La Repubblica Romana nel II secolo a.C. affronta una crisi con l'ascesa di fazioni politiche, le riforme di Mario e la dittatura di Silla. Questi eventi hanno portato a cambiamenti significativi nella struttura politica e militare di Roma, influenzando il corso della storia.

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1

Crisi socio-politica II sec. a.C.

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Periodo di instabilità a Roma, conflitti tra classi sociali e politiche.

2

Fazioni politiche: 'optimates' vs 'populares'

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'Optimates': nobiltà, difendono privilegi senatori. 'Populares': riformisti, sostegno a plebei e italici.

3

Ruolo del proletariato urbano

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Senza agenda politica, influenzato da promesse, si schiera con fazioni diverse.

4

Il conflitto noto come guerra ______ si sviluppò tra il 112 e il 105 a.C. e vide coinvolto il re di Numidia, ______.

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giugurtina Giugurta

5

Riforme di Mario: esercito professionale e volontario

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Mario creò un esercito basato su soldati volontari, anche proletari e italici, professionalizzando il servizio militare.

6

Giuramento di fedeltà nell'esercito di Mario

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I soldati si legavano al proprio generale con un giuramento di fedeltà, rafforzando la lealtà personale al comandante.

7

Standardizzazione equipaggiamento militare

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Mario uniformò l'equipaggiamento dei soldati, minimizzando le differenze tra le classi di fanteria e migliorando la coesione.

8

La ______ sociale, avvenuta tra il ______, fu causata dall'omicidio di ______, favorevole all'ampliamento dei diritti civili.

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guerra 91-88 a.C. Marco Livio Druso

9

Liste di proscrizione di Silla

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Elenco di nemici politici condannati a morte per consolidare il potere aristocratico.

10

Cursus honorum regolamentato da Silla

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Serie di cariche pubbliche da ricoprire in ordine per accedere al Senato.

11

Ampliamento del pomerio da parte di Silla

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Estensione della zona sacra di Roma per rafforzare l'aspetto religioso e politico della città.

Q&A

Ecco un elenco delle domande più frequenti su questo argomento

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La crisi della Repubblica Romana e l'ascesa delle fazioni politiche

La Repubblica Romana, nel II secolo a.C., attraversò un periodo di intensa crisi socio-politica, segnata dall'assassinio dei fratelli Gracchi, Tiberio e Gaio, che tentarono di attuare riforme agrarie e politiche a favore della plebe. La loro morte evidenziò la crescente lotta per il potere tra le fazioni degli "optimates", difensori degli interessi della classe senatoria e dei suoi privilegi, e dei "populares", che cercavano di riformare lo stato a vantaggio di cavalieri, plebei, italici benestanti e alcuni nobili progressisti. Questi ultimi si opponevano al monopolio del potere da parte del Senato. Il proletariato urbano, privo di una propria agenda politica, si schierava alternativamente con una fazione o l'altra, influenzato dalle promesse di vantaggi immediati.
Statua in marmo bianco di generale romano con armatura e gladio, appoggiato a scudo, tra colonne erose al tramonto.

La guerra giugurtina e l'emergere di Mario e Silla

La guerra giugurtina (112-105 a.C.) fu un conflitto che scosse ulteriormente la politica romana. Iniziò a seguito dell'assassinio di mercanti italici da parte di Giugurta, re di Numidia, e si protrasse a causa della corruzione dei comandanti romani. La guerra fu inizialmente affidata a Quinto Cecilio Metello, ma fu Gaio Mario, un "homo novus", eletto console nel 107 a.C., a portare a termine il conflitto con successo, grazie anche al contributo di Lucio Cornelio Silla. La cattura di Giugurta da parte di Mario consolidò la sua reputazione e segnò l'inizio di una nuova era nella politica militare e nel panorama del potere romano.

Le riforme militari di Mario e la questione della cittadinanza

Gaio Mario, oltre a essere un abile comandante, introdusse riforme rivoluzionarie nell'esercito romano. Creò un esercito professionale e volontario, aperto ai proletari e agli italici, che si legavano al proprio generale attraverso un giuramento di fedeltà. Questo cambiamento permise ai soldati di ricevere una parte del bottino di guerra e la promessa di terre al termine del servizio. Mario standardizzò anche l'equipaggiamento dei soldati, riducendo le differenze tra le classi di fanteria. Tuttavia, le sue riforme non risolsero la questione della cittadinanza romana, che i socii italici, ovvero gli alleati di Roma in Italia, richiedevano con crescente insistenza.

La guerra sociale e l'inizio della guerra civile

La richiesta di cittadinanza romana da parte degli alleati italici portò alla guerra sociale (91-88 a.C.), scatenata dall'assassinio del tribuno della plebe Marco Livio Druso, che aveva proposto l'estensione della cittadinanza. Il conflitto fu sanguinoso e vide contrapposti Roma e i suoi alleati italici. Nonostante la vittoria militare di Silla, il Senato fu costretto a concedere la cittadinanza a tutti gli italici che non avessero preso le armi contro Roma, per prevenire ulteriori insurrezioni. Questa concessione rappresentò una sconfitta politica per gli "optimates", che avevano sempre resistito a tale estensione dei diritti civili.

Silla e la sua dittatura: riforme e proscrizioni

Lucio Cornelio Silla, dopo aver ottenuto il comando dell'esercito per la guerra contro Mitridate VI e aver marciato su Roma per affermare i suoi diritti di comandante, instaurò una dittatura che cambiò il corso della storia romana. Durante il suo regime, Silla emise liste di proscrizione per eliminare i suoi avversari politici e rafforzare il potere aristocratico. Le sue riforme politiche includevano l'aumento del numero dei senatori, la riforma dei tribunali e la limitazione dei poteri dei tribuni della plebe. Silla regolamentò anche il cursus honorum, stabilendo un ordine preciso per la carriera politica, e ampliò il pomerio, la zona sacra intorno a Roma. Dopo aver consolidato il suo programma di riforme, Silla si dimise dalla dittatura e si ritirò dalla vita pubblica, morendo poco dopo nel 78 a.C.