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La Repubblica Romana nel II secolo a.C. affronta una crisi con l'ascesa di fazioni politiche, le riforme di Mario e la dittatura di Silla. Questi eventi hanno portato a cambiamenti significativi nella struttura politica e militare di Roma, influenzando il corso della storia.
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I fratelli Gracchi tentarono di attuare riforme agrarie e politiche a favore della plebe, ma furono assassinati a causa della loro opposizione agli interessi della classe senatoria
La lotta per il potere tra le fazioni degli "optimates" e dei "populares" evidenziò la crescente divisione tra difensori dei privilegi senatori e sostenitori di riforme a favore di plebei, cavalieri e nobili progressisti
La guerra giugurtina iniziò a seguito dell'assassinio di mercanti italici da parte di Giugurta, re di Numidia, e si protrasse a causa della corruzione dei comandanti romani
Gaio Mario, un "homo novus" eletto console nel 107 a.C., portò a termine con successo la guerra giugurtina grazie al suo esercito professionale e alle riforme introdotte nell'esercito romano
La cattura di Giugurta da parte di Mario consolidò la sua reputazione e segnò l'inizio di una nuova era nella politica militare e nel panorama del potere romano
La richiesta di cittadinanza romana da parte degli alleati italici portò alla guerra sociale, scatenata dall'assassinio del tribuno della plebe Marco Livio Druso che aveva proposto l'estensione dei diritti civili
Nonostante la vittoria militare di Silla, il Senato fu costretto a concedere la cittadinanza a tutti gli italici che non avevano preso le armi contro Roma, rappresentando una sconfitta politica per gli "optimates"
Dopo aver ottenuto il comando dell'esercito e aver marciato su Roma, Lucio Cornelio Silla instaurò una dittatura che portò a riforme politiche come l'aumento dei senatori, la riforma dei tribunali e la limitazione dei poteri dei tribuni della plebe