La politica religiosa di Elisabetta I e la scomunica papale
La politica religiosa di Elisabetta I inizialmente cercò di evitare l'estremismo, ma la crescente minaccia di cospirazioni cattoliche e l'opposizione esterna, in particolare da parte della Spagna cattolica, la indussero a prendere misure più severe. La scomunica di Elisabetta I da parte di Papa Pio V nel 1570 e il sostegno papale alle ribellioni cattoliche in Inghilterra aumentarono la tensione. In risposta, Elisabetta rafforzò le leggi contro i cattolici, che includevano pesanti multe e restrizioni alla pratica della loro fede, contribuendo a una maggiore polarizzazione religiosa.Il destino di Maria Stuart e la repressione dei cattolici
Maria Stuart, regina di Scozia e cugina di Elisabetta, divenne il fulcro di varie cospirazioni cattoliche dopo la sua fuga in Inghilterra. La sua presenza rappresentò una minaccia per Elisabetta, che la fece imprigionare per 19 anni prima di giustiziarla nel 1587, dopo aver scoperto il suo coinvolgimento nella Congiura di Babington. La morte di Maria Stuart segnò un punto di svolta, dopo il quale Elisabetta adottò una politica ancora più repressiva nei confronti dei cattolici, che includeva l'esclusione dai pubblici uffici e l'inasprimento delle pene per chi celebrava la messa cattolica.La politica elisabettiana in Irlanda e lo sviluppo agricolo
La politica di Elisabetta I in Irlanda fu segnata da tentativi di sottomissione e colonizzazione, noti come "Plantage". Questi sforzi portarono a una serie di ribellioni, come quella di Hugh O'Neill, che furono brutalmente represse. La confisca delle terre e la loro redistribuzione a coloni inglesi e scozzesi provocò un profondo cambiamento sociale e politico in Irlanda. In Inghilterra, l'agricoltura conobbe un'espansione grazie all'introduzione di nuove tecniche e colture, come il mais e la patata, e alla politica delle recinzioni, che trasformò i terreni comuni in proprietà private, aumentando l'efficienza produttiva ma causando anche dislocazioni sociali.Progressi economici: manifatture, commerci e la Compagnia delle Indie orientali
L'Inghilterra elisabettiana sperimentò un periodo di crescita economica, con un incremento delle attività manifatturiere, in particolare nel settore tessile, e l'espansione del commercio internazionale. La Compagnia delle Indie orientali, fondata nel 1600, giocò un ruolo cruciale nell'apertura di nuovi mercati in Asia e nell'instaurazione di basi commerciali che avrebbero successivamente portato all'impero coloniale britannico. Questi sviluppi economici furono accompagnati da un aumento della popolazione e da un miglioramento delle infrastrutture, come strade e porti, che facilitarono il commercio e la comunicazione.La sfida marittima all'egemonia spagnola e l'ascesa dei corsari
L'Inghilterra elisabettiana sfidò l'egemonia spagnola sui mari, in particolare attraverso la pratica della corsa, che consisteva nell'attacco ai galeoni spagnoli carichi di tesori provenienti dal Nuovo Mondo. Elisabetta I supportò attivamente i corsari, come Sir Francis Drake, che divenne famoso per la sua circumnavigazione del globo e per le sue incursioni contro le colonie spagnole. Questa politica non solo arricchì l'Inghilterra ma contribuì anche a indebolire la Spagna, culminando nella sconfitta dell'Invincibile Armada nel 1588.Il teatro elisabettiano e la fine della dinastia Tudor
L'era elisabettiana fu un periodo d'oro per la letteratura e il teatro inglese, con la nascita di drammaturghi come William Shakespeare, Christopher Marlowe e Ben Jonson. Il teatro pubblico divenne un importante veicolo di intrattenimento e riflessione sociale. Con la morte di Elisabetta I nel 1603, senza eredi diretti, si concluse l'epoca dei Tudor. Il trono passò a Giacomo VI di Scozia, figlio di Maria Stuart, che divenne Giacomo I d'Inghilterra, unendo così le corone di Scozia e Inghilterra e inaugurando la dinastia degli Stuart.