L'Impero Hittita, una volta potenza dominante in Anatolia, crollò intorno al 1200 a.C., lasciando spazio ai Frigi. Successivamente, l'Impero Persiano emerse come nuova forza egemone, estendendosi dal Mar Caspio all'Egitto e adottando una politica di tolleranza religiosa. La loro rete stradale e la religione zoroastriana furono pilastri della loro stabilità e influenza.
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Nel VII secolo a.C., Ciro il Grande guidò i Persiani alla conquista di Susa e all'espansione del loro dominio fino al Mediterraneo
Conquista dell'Anatolia e del Regno di Lidia
Sotto il regno di Ciro e dei suoi successori, l'Impero Persiano si espanse fino al Mar Mediterraneo, annettendo l'Anatolia e il Regno di Lidia
Conquista di altre regioni
L'Impero Persiano si estese dal Mar Caspio al fiume Indo, includendo la Mesopotamia, la Siria, la Palestina e l'Egitto
L'Impero Persiano mantenne il controllo su un vasto territorio attraverso una combinazione di forza militare e una sofisticata strategia politica, basata sulla tolleranza e il rispetto per le tradizioni e le religioni locali
L'amministrazione dell'Impero Persiano era centralizzata, con satrapi di alto rango persiano che governavano le varie province e una burocrazia composta sia da funzionari locali che da esperti provenienti da regioni con una lunga tradizione amministrativa
La Via Reale
Per consolidare l'integrazione politica ed economica dell'impero, Dario I promosse la costruzione di una vasta rete stradale, nota come la Via Reale, che collegava Sardi a Susa e si estendeva per oltre 2500 chilometri
Altre infrastrutture
Oltre alla Via Reale, l'Impero Persiano costruì anche canali e strade per facilitare il trasporto di tributi dalle province alla corte imperiale e stimolare il commercio
La tolleranza religiosa era parte integrante della strategia politica dell'Impero Persiano, che mirava a guadagnare il favore dei popoli sottomessi e a mantenere l'unità imperiale