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Gli ziqqurat, edifici religiosi dell'antica Mesopotamia, rappresentano la connessione tra il cielo e la terra. Monumentali e stratificati, questi templi a gradoni ospitavano santuari sacri e riflettevano profondi significati religiosi e ideologici. La loro costruzione, evolutasi dal V al II millennio a.C., richiedeva avanzate tecniche e materiali, come mattoni di argilla e malte bituminose, per garantire la loro imponente stabilità.
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Il termine "ziqqurat" deriva dall'Accadico "zikkurratu(m)", che significa "innalzare" o "costruire in alto"
Gli ziqqurat rappresentavano la connessione tra il cielo e la terra e sono associati al racconto biblico della Torre di Babele
Il termine "ziqqurat" appare nei testi del II millennio a.C., ma la distinzione tra i vari tipi di templi sopraelevati non è sempre chiara
Gli ziqqurat si sono sviluppati dai precedenti templi sumeri su piattaforme rialzate, con il primo esempio noto risalente al V millennio a.C
Nel III millennio a.C., la costruzione di templi su piattaforme si diffuse ulteriormente, con esempi notevoli a Uruk, Khafadje e in siti siriani come Tell Brak e Tell Mozan
Durante il XXI secolo a.C., furono costruiti ziqqurat imponenti, come quelli di Ur, Uruk, Eridu e Nippur, che incarnavano significati religiosi e ideologici profondi
Gli ziqqurat erano composti da diverse terrazze sovrapposte, con un santuario o tempio sulla sommità
Le dimensioni di base degli ziqqurat variavano e potevano raggiungere altezze notevoli, come i 70 metri di Dur-Kurigalzu o i 90 metri stimati per Etemenanki
La costruzione degli ziqqurat richiedeva materiali e tecniche avanzate, come l'utilizzo di mattoni di argilla cruda e cotta e di una malta bituminosa per proteggere le strutture dall'umidità