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Il Governo italiano, con sede a Roma nel Palazzo Chigi, è guidato dal Presidente del Consiglio dei ministri e composto da ministri con e senza portafoglio. Responsabile della direzione politica, il Governo è soggetto a responsabilità penale e politica, e deve ottenere la fiducia del Parlamento. Il caso Moro rappresenta un'eccezione storica nella prassi politica italiana.
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Il Presidente del Consiglio dei ministri dirige la politica generale del Governo e coordina l'attività dei ministri
Ministri con portafoglio
I ministri con portafoglio sono a capo di specifici ministeri
Ministri senza portafoglio
I ministri senza portafoglio si occupano di compiti particolari senza guidare un ministero
I membri del Governo sono soggetti a responsabilità penale individuale e la responsabilità politica è collettiva e si esprime di fronte al Parlamento
Il Presidente della Repubblica nomina il Presidente del Consiglio e i ministri su proposta del primo e dopo aver svolto consultazioni con i rappresentanti dei partiti presenti in Parlamento
Il nuovo Governo deve ottenere la fiducia delle Camere entro dieci giorni dalla sua formazione attraverso un voto per appello nominale su una mozione di fiducia
Il Parlamento si divide in maggioranza, costituita dai partiti che sostengono il Governo, e opposizione, formata dai partiti che non hanno votato la fiducia
Il "caso Moro" è l'episodio storico del sequestro e assassinio di Aldo Moro, leader della Democrazia Cristiana, per mano delle Brigate Rosse nel 1978
Durante la VII legislatura, l'Italia sperimentò un'eccezione alla normale prassi politica con la formazione di Governi di solidarietà nazionale guidati da Giulio Andreotti
Il caso Moro ha lasciato un'impronta indelebile sulla politica italiana, influenzando la democrazia parlamentare del paese