La Repressione della Dissidenza
Il regime fascista perseguiva una politica di tolleranza zero nei confronti dell'opposizione. Gli oppositori politici, come i fratelli Rosselli, venivano intimiditi, incarcerati o uccisi. Intellettuali e politici contrari al regime, come Antonio Gramsci e Alcide De Gasperi, furono imprigionati per impedire loro di diffondere idee antifasciste. Altri oppositori furono costretti al confino o all'esilio. Queste misure repressive evidenziano la determinazione del regime a eliminare ogni forma di dissenso e critica.La Distruttura della Democrazia e le Istituzioni di Controllo
Il fascismo smantellò le istituzioni democratiche, sciogliendo i partiti politici e censurando la stampa, per prevenire l'opposizione politica e limitare la libertà di espressione. Fu creata l'OVRA, la polizia segreta del regime, e un tribunale speciale per i reati politici, che insieme operavano per soffocare ogni forma di resistenza. La reintroduzione della pena di morte per reati politici e la nomina diretta dei podestà, che sostituivano i sindaci eletti, consolidarono il potere autoritario del regime, segnando la fine dello Stato liberale e l'instaurazione di una dittatura.Le Leggi Fondamentali del Regime Fascista
Le cosiddette "Leggi Fascistissime" del 1925-1926 furono il cardine legislativo che conferì a Mussolini poteri quasi assoluti, sottraendolo al controllo del Parlamento e rendendolo responsabile solo di fronte al re. Queste leggi rappresentarono il culmine del processo di centralizzazione del potere e di smantellamento delle istituzioni democratiche. In sintesi, il regime fascista si basò su una combinazione di consenso costruito attraverso la propaganda e la repressione brutale degli oppositori, con l'obiettivo di esercitare un controllo totale sulla società italiana.