La storia del Fascismo in Italia
Nelle elezioni del 1919, in Italia, il Partito Socialista era divenuto il primo partito. Il periodo post prima guerra mondiale fu caratterizzato da una grave crisi economica, da disoccupazione e conflitti sociali che misero in situazione precaria tutte le strutture statali.
Benito Mussolini, ex dirigente del Partito Socialista, raccolse il malumore di diverse classi sociali, tra cui principalmente i reduci di guerra e fondò un movimento politico di ispirazione socialista. Mussolini rivendicava i diritti dei reduci, rimasti disoccupati dopo la guerra e puntava il dito contro gli industriali, che con la guerra si erano arricchiti. I metodi del movimento erano molto spesso violenti. I nemici del movimento erano sindacati e partiti socialisti.
La violenza crebbe considerevolmente, fino ad arrivare nel 1922 alla marcia su Roma. Il re Vittorio Emanuele III per evitare ulteriori spargimenti di sangue decise di conferire l’incarico di primo ministro a Mussolini che formò un governo di coalizione composto da nazionalisti, liberali e popolari. Grazie alla legge elettorale Acerbo, il partito fascista ottenne un grande successo alle elezioni, anche grazie a brogli, violenze e intimidazioni contro gli oppositori.
Il delitto Matteotti
Momento topico fu il delitto Matteotti: da quel momento il governo assunse connotazioni dittatoriali e totalitari. Giacomo Matteotti aveva denunciato in parlamento i brogli. Di fatto, Mussolini si prese la responsabilità del delitto Matteotti, proclamando la dittatura. Le uniche opposizioni erano guidate principalmente da anarchici, comunisti, socialisti; molti di questi pagarono con la vita, l’esilio o pene detentive la loro opposizione al regime.
Fascismo e Seconda Guerra Mondiale
Allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, Mussolini dichiarò l’Italia non belligerante. Successivamente impressionato dalle vittorie tedesche, si convinse erroneamente di una vittoria dell’Asse e annunciò l’entrata in guerra dell’Italia a fianco della Germania. L’incapacità dell’esercito portò a sconfitte su tutti i fronti, gli apparati militari arrivarono al collasso e si arrivò quindi all’invasione della Sicilia da parte degli Alleati. Nel 1943 per iniziativa di importanti gerarchi, con l’appoggio del Re, venne arrestato Mussolini. Vi fu un improvviso crollo del regime. Nell’aprile del 1945 gli ultimi dirigenti rimasti in vita – compreso Mussolini – vennero catturati e fucilati. Con la morte di Mussolini l’esperienza fascista si concluse.