La giovinezza
Nato intorno al 742, Carlo Magno era il figlio primogenito di Bertrada e di Pipino il Breve, re dei Carolingi. Quest’ultimo alla sua morte aveva designato come eredi i suoi due figli, Carlo Magno e Carlomanno, che si spartirono i vari territori posti sotto la giurisdizione del padre.
Sebbene la suddivisione fosse equa dal punto di vista dell’estensione geografica, la gestione politica tra i due territori era totalmente differente e causò molti contrasti tra i fratelli: Carlo aveva confini tranquilli, che gli permisero di avanzare nella conquista di nuovi territori; Carlomanno aveva ereditato un regno belligerante e fu costretto a difendersi su più fronti dalla minaccia di arabi e Longobardi.
La madre di Carlo, Bertada, preoccupata per la minaccia longobarda sui possedimenti Franchi, intrecciò una fitta rete di alleanze strategiche, che culminarono con il matrimonio di Carlo con la figlia di Desiderio, re dei Longobardi. Ma ben presto Carlo ripudiò sua moglie, rompendo i buoni rapporti creati con i Longobardi. Nel 771, in circostanze misteriose, Carlomanno morì e Carlo diventò l’unico re di tutti i Franchi.
Le prime campagne militari
Contro i Longobardi
Papa Adriano I, preoccupato per l’ingerenza dei Longobardi in Italia, chiese aiuto a Carlo Magno per contrastarli. Dopo una serie di tentativi diplomatici orchestrati da Carlo, che si rivelarono fallimentari, nel 773 Carlo entrò in Italia. Mise in fuga le armate del re presso le Chiuse di San Michele, mentre Desiderio si rinchiuse nella sua capitale Pavia, che cadde dopo 9 mesi di assedio. Insieme alla capitale longobarda crollò l’intero Regno: Desiderio si arrese e i longobardi si sottomisero ai Franchi, ad eccezione del Ducato di Benevento che rimase indipendente e solo formalmente sottomesso a Carlo.
Contro i Sassoni
I Sassoni, popolazione di origine germanica, pagana e divisa in tribù, diedero non pochi problemi già all’epoca dell’Impero Romano. Pipino il Breve riuscì a trovare un compromesso e a pattuire un tributo annuale che i Sassoni avrebbero dovuto pagare ai Franchi. Nel 772 il patto non venne rispettato, perciò Carlo invase la Sassonia. La repressione dei Sassoni fu lunga e faticosa: la guerra fu sentita da parte dei Franchi come una sorta di “guerra santa”, tanto che ai Sassoni venne imposto il Cristianesimo utilizzando tecniche poco ortodosse, come la deportazione. La guerra si concluse solo nell’804.
Contro gli arabi
Nel 778, Carlo si recò nella Penisola iberica, già da tempo sotto il controllo degli arabi. Un esponente della dinastia degli omayyadi, che aveva fondato un emirato a Cordova, era preoccupato dalle ambizioni espansionistiche degli altri signori arabi, per cui chiese aiuto al re dei Franchi. L’intervento di Carlo fu molto complesso; il suo esercito subì molte sconfitte e durante la ritirata a Roncisvalle l’agguato dei baschi provocò molte perdite e ispirò uno dei passi più suggestivi della Chanson de Roland. Nel 795 fu creata la Marca Hispanica, uno stato cuscinetto volto a proteggere il dominio franco da eventuali attacchi musulmani, identificabile nell’odierna Catalogna.
Il papato e il ducato di Benevento
Nel 786 Carlo scese in Italia, accolto da papa Adriano I. Il duca di Benevento Arechi II, genero del re longobardo Desiderio, era molto preoccupato dall’interesse che il papa aveva nei confronti del suo territorio. Decise di inviare suo figlio a Roma per tentare di dissuadere Carlo dalle insistenze del papa, che lo spingeva ad intraprendere azioni militari contro Benevento. Questo non servì, tanto che Carlo si spinse fino a Capua. Lontano dall’ingerenza del pontefice, Carlo capì che il ducato di Benevento non avrebbe costituito un punto strategico data la sua lontananza dai territori franchi; accettò dunque la sottomissione di Arechi e soltanto i territori limitrofi vennero ceduti al papa.