Le campagne orientali
Sottomissione della Baviera
Nel 748 la Baviera, che faceva parte dei possedimenti Franchi, era sotto il controllo di Tassilone, cugino di Carlo Magno, come stabilito tempo prima dal sovrano Pipino il Breve. La crescente autonomia acquisita da Tassilone, però, preoccupava notevolmente Carlo Magno. Questo perché la posizione di quei territori consentiva al cugino eventuali contatti con l’opposizione longobarda, tanto che egli sposò una figlia del re longobardo Desiderio. Vedendosi sempre più minacciato da Carlo, che premeva affinché gli riconoscesse la sua fedeltà, Tassilone si rivolse al papa Adriano I per cercare una mediazione. Di tutta risposta, il papa minacciò la scomunica ed egli fu costretto a dichiararsi vassallo del re e a giurargli fedeltà. Non disposti ad accettare la situazione che si era creata, Tassilone e sua moglie ordirono un intricata trama di alleanze contro Carlo che, di fatto, andavano a spezzare il patto di fedeltà.Nel momento in cui Carlo scoprì la congiura, rinchiuse Tassilone e i suoi figli in un monastero e fece esiliare sua moglie e le sue figlie. In questo modo la dinastia si estinse e la Baviera venne effettivamente annessa al regno carolingio.
Contro gli Àvari
Gli Àvari, una popolazione di origine turco-mongolica organizzati attorno a un capo militare, detto Khan, si erano stanziati nell’attuale Ungheria. Ricevendo cospicui finanziamenti da parte degli imperatori bizantini, avevano accumulato molte ricchezze nelle proprie casse che a Carlo facevano gola. Iniziò quindi iniziò a studiare un modo per invadere la regione, anche se, secondo le cronache dell’epoca, le motivazioni di Carlo nel condurre questa guerra erano ricollegabili a torti e misfatti che gli Avari avevano compiuto nei confronti della Chiesa, quindi ufficialmente si trattava di una sorta di crociata. Gli scontri iniziarono e la vittoria in battaglia dei Franchi creò il malcontento tra i diversi capi avari, che scaturì in una guerra civile culminata con l’uccisione del Khan. La nuova guida politica del paese, Tudun, decise così di fermare la guerra, recandosi da Carlo Magno e decidendo di convertirsi al Cristianesimo, salvo poi rinnegare le sue scelte una volta ritornato in patria.Approfittando dell’instabilità politica della popolazione àvara, il duca del Friuli, prima, e Carlomanno, poi, invasero il paese e si impadronirono del tesoro. Tudun si arrese e tutti i popoli che insistevano sul territorio vennero evangelizzati.
I rapporti politici
Rapporti con la Chiesa ed il Papato
Carlo Magno, al pari dei suoi predecessori, si presentò come difensore della Chiesa Cattolica e della cristianità: intrecciò rapporti molto stretti con i papi; si curò di difendere i loro possedimenti territoriali in Italia Centrale; si pose come paladino ed evangelizzatore del cristianesimo, facendo edificare moltissime abbazie e monasteri e convertendo moltissimi popoli; prese posto nei dibattiti religiosi più importanti dell’epoca, con il solo scopo di sottolineare la supremazia dell’Impero d’occidente rispetto a quello d’oriente, anche nelle questioni teologiche (iconoclastia, filioque..). Nel 797, l’Impero bizantino, legittimo discendente dell’Impero romano, venne usurpato da Irene d’Atene che si proclamò Imperatrice dei romani. Il fatto che il trono, unico e diretto erede dell’impero romano, fosse occupato da una donna fece storcere il naso al papa Leone III, succeduto ad Adriano I, che nella messa di Natale del 25 dicembre 800 nella basilica di San Pietro, proclamò Carlo Magno imperatore. Per la prima volta, un imperatore era tale per volontà di Dio.
Rapporti con l’Impero d’Oriente
Con l’incoronazione di Carlo a Imperatore, di fatto c’erano due forze politiche di pari livello che inevitabilmente si trovavano a dialogare tra loro e che di fatto confinavano l’una con l’altra. L’imperatrice Irene propose un matrimonio tra suo figlio e la figlia di Carlo: un progetto ambizioso e conveniente per entrambe le parti che alla fine sfociò in un nulla di fatto quando Carlo si adirò per la reintroduzione del culto delle immagini (iconoclastia) proposto durante il Concilio di Nicea II, dove né Carlo né i vescovi franchi furono interpellati. L’incoronazione di Carlo a imperatore fu accolta in oriente con derisione e disprezzo. Irene inviò ambascerie in occidente per tentare di carpire le intenzioni di Carlo, che di tutta risposta mandò i suoi missi in oriente, nel tentativo di placare le acque. I tentativi di Carlo furono tutti fallimentari, perché nel frattempo l’imperatrice Irene a seguito di una congiura di palazzo venne deposta e il suo successore Niceforo si rivelò piuttosto diffidente a intrecciare rapporti troppo stretti con l’occidente franco.
Rapporti con l’Islam
Nonostante l’interesse di Carlo nell’espandersi in Spagna, ormai occupata dagli arabi, riuscì ad intrecciare una serie di importanti relazioni con il mondo musulmano. La più importante fu quella con il califfo di Baghdad, con il quale scambiava numerosi doni, tra cui il più famoso fu un elefante albino. I buoni rapporti con il califfo miravano però ad ottenere una sorta di protettorato su Gerusalemme e i “luoghi santi”, che lo elevavano a protettore della cristianità, più dell’imperatore d’Oriente