Le crociate tra XIV e XVII secolo
Diverse crociate – tra cui molte infruttuose – vennero proclamate tra XIV e XVII secolo per contrastare l’espansione dell’Impero Ottomano nell’area dei Balcani. Il bilancio si concluse in parità, spostando dunque di poco gli equilibri ma segnando degli effetti duraturi nel tempo. Da un lato, i cristiani vinsero due “crociate gemelle”: la prima ad Alessandria grazie a Pietro I di Cipro nel 1365; la seconda contro i berberi nel 1390. Riuscirono inoltre a firmare degli importanti trattati chiamati i compactata di Basilea al termine della crociata hussita, combattuta in cinque diverse riprese tra 1420-1436.
Dall’altro lato, i musulmani contrastarono con efficacia gli attacchi crociati comandati da papa Bonifacio IX a partire dal 1340, limitando l’influenza dell’Impero Bizantino (cristiano) alla sola Costantinopoli. La città cadde definitivamente nel 1453 grazie al sultano musulmano Murad II, nove anni dopo la cosiddetta “ultima crociata papale” (1444) incentrata su Varna, sul Mar Nero.
Gli ultimi tentativi di conquista cristiana
Nonostante gli oggettivi insuccessi delle ultime crociate extra-europee, seguirono diversi tentativi di cristianizzazione ulteriore tra XVI e XVII secolo. I maggiori promotori furono il papa Pio II e Giovanni di Capistrano, che riuscirono a creare anche una solida rete di supporto su due binari. Riunirono infatti:
- Diversi prìncipi del Sacro Romano Impero a titolo personale grazie a due congressi, le Diete di Ratisbona e Francoforte;
- Le città di Venezia, Firenze e Milano, che fondarono appositamente anche una vera e propria alleanza.
Nonostante l’intensa attività diplomatica, però, non ci fu un vero e proprio supporto militare, tanto che la crociata non venne mai iniziata. Una sorte simile toccò anche alla crociata contro gli eretici valdesi, comandata da papa Innocenzo VIII ma dagli esiti scarsamente incisivi.
Le “crociate” veneziane e francesi
Esperienze inquadrate comunque dagli storici nell’ambito delle crociate, quelle che seguirono furono in realtà guerre condotte con il pretesto della cristianizzazione, ma motivazioni fortemente politiche ed economiche. Esse vennero infatti organizzate e combattute soprattutto da attori esterni al papato e non ebbero mai come obiettivo la Terra Santa o Gerusalemme.
Fu il caso ad esempio delle iniziative veneziane, protratte su più riprese sotto il nome di “crociate” fino al 1718 contro i possedimenti ottomani. Le cosiddette crociate turco-veneziane ebbero però scopi pressoché esclusivamente commerciali, come riconosciuto unanimemente dagli storici moderni. Questa tendenza seguì un filone già iniziato con le crociate dirette alla Terra Santa.
L’epilogo definitivo delle crociate arrivò con le azioni di Francesco I di Francia, che riuscì a creare una fitta rete di alleanze sia nel mondo cristiano che in quello musulmano per poi espandere le mire imperiali francesi. Le campagne furono tanto fruttuose da portare alla capitolazione dell’Impero Ottomano, sigillata insieme dal sultano Solimano il Magnifico. L’ultima crociata, proclamata da Innocenzo XI, venne coronata poi dal vittorioso assedio di Vienna del 1683.