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La satira romana, nata con Ennio e Pacuvio, trova in Lucilio e Orazio i suoi massimi esponenti. Orazio, con le sue Satire, nobilita il genere, introducendo riflessioni morali e un linguaggio colto ma accessibile, mirando a un pubblico di intenditori. La satira diventa così uno strumento di critica sociale e di ricerca della serenità interiore.
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Il termine "satira" deriva dal latino "satura", che significa "pieno" o "misto"
Le prime manifestazioni della satira romana si trovano nelle opere di Ennio e Pacuvio nel III-II secolo a.C
Nel II secolo a.C., Lucilio dà alla satira una forma più definita, caratterizzata da un tono critico e l'uso dell'esametro dattilico
Orazio, nelle sue Satire, riflette sulla natura e le caratteristiche del genere satirico
Orazio rende omaggio a Lucilio come precursore della satira, collegandola alla commedia greca antica
Orazio sottolinea l'attitudine comune di attaccare direttamente gli avversari nella satira, un tratto distintivo che si fonde con il moralismo e l'arguzia
Orazio si distanzia dall'arroganza e dalla mordacità di Lucilio, posizionando la satira in un contesto più umile e conversazionale chiamato "sermo"
Orazio critica Lucilio per la mancanza di cura stilistica nella sua satira, enfatizzando l'importanza di un'elaborazione artistica più raffinata
Orazio afferma che le sue Satire sono destinate a un pubblico ristretto di intenditori, seguendo la concezione alessandrina di un'arte per un pubblico selezionato
Le Satire di Orazio si articolano in due forme principali: la satira "narrativa" basata su aneddoti e fatti, e la satira "discorsiva" incentrata su argomentazioni e riflessioni
Orazio utilizza la satira per esplorare temi morali come la metriòtes e l'autárkeia, con l'obiettivo di raggiungere la serenità e l'armonia interiore
Nel libro II delle Satire, Orazio evidenzia una crisi del ruolo del poeta satirico, assumendo spesso il ruolo di ascoltatore o narratore di opinioni altrui
Questa crisi è accompagnata da un'autoironia più marcata e da una rappresentazione più umana e meno infallibile del poeta
Lo stile linguistico e stilistico delle Satire di Orazio è non elevato, con un lessico che rifugge dalla grossolanità e si ispira a una conversazione colta e raffinata, seguendo il principio della brevitas per una comunicazione efficace e concentrata