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La Satira di Orazio

La satira romana, nata con Ennio e Pacuvio, trova in Lucilio e Orazio i suoi massimi esponenti. Orazio, con le sue Satire, nobilita il genere, introducendo riflessioni morali e un linguaggio colto ma accessibile, mirando a un pubblico di intenditori. La satira diventa così uno strumento di critica sociale e di ricerca della serenità interiore.

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1

La ______ romana è un genere letterario riconosciuto come un'invenzione puramente ______ da Quintiliano.

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satira romana

2

Lucilio, vissuto nel ______ secolo a.C., ha dato alla satira una forma più ______ con un tono critico e l'uso dell'esametro ______.

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II definita dattilico

3

Precursore della satira secondo Orazio

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Lucilio è considerato da Orazio il precursore della satira, a cui rende omaggio.

4

Collegamento satira-commedia greca

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Orazio nobilita la satira collegandola alla commedia greca e ai suoi autori: Eupoli, Cratino, Aristofane.

5

Caratteristiche comuni satira-commedia

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Attacco diretto agli avversari, moralismo e trattazione arguta di temi impegnativi.

6

La satira di ______ è nota per la sua prospettiva personale che permette all'autore di esprimere le sue opinioni direttamente.

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Orazio

7

Fondazione teorica della satira oraziana

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Orazio fonda la satira su basi teoriche che si ispirano alla commedia greca, coniugando critica e arte.

8

Stile delle satire oraziane

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Lo stile di Orazio è accessibile ma richiede un pubblico capace di apprezzare la sua elaborazione artistica.

9

Il primo libro delle ______ di Orazio contiene ______ composizioni, mentre il secondo ne presenta ______ ed è caratterizzato da maggiore diversità e dinamismo.

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Satire dieci otto

10

Ruolo di Orazio in Satire II

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Ascoltatore/narratore di opinioni altrui, non più solo satirico.

11

Autoironia in Satire II

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Più marcata, poeta umano e fallibile.

12

Stile linguistico in Satire II

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Non elevato, lessico colto e raffinato, principio di brevitas.

Q&A

Ecco un elenco delle domande più frequenti su questo argomento

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Origini e Evoluzione della Satira Romana

La satira romana, genere letterario che Quintiliano attribuisce esclusivamente all'ingegno romano, non ha un equivalente diretto nella letteratura greca, il che rende complesso stabilire le sue precise origini. Il termine "satira" deriva dal latino "satura", che significa "pieno", "misto", suggerendo un'opera composta da vari elementi. Inizialmente, la satira romana si manifesta attraverso le opere di Ennio e Pacuvio nel III-II secolo a.C., caratterizzate da una miscellanea di argomenti. Tuttavia, è con Lucilio, nel II secolo a.C., che la satira assume una forma più definita, caratterizzata da un tono critico e l'uso dell'esametro dattilico, diventando uno strumento di critica sociale e morale.
Busto in marmo del poeta latino Orazio su piedistallo, con pergamena e penna d'oca su tavolo in legno, sfondo di muro di mattoni antichi.

La Satira secondo Orazio: Riflessione e Nobilitazione del Genere

Orazio, nelle sue Satire, riflette sulla natura e le caratteristiche del genere satirico, cercando di definirne i contorni. Attraverso tre componimenti (Satire I, 4; I, 10; II, 1), Orazio rende omaggio a Lucilio come precursore della satira, nobilitandola attraverso il collegamento con la commedia greca antica e i suoi esponenti (Eupoli, Cratino, Aristofane). Orazio, pur riconoscendo la differenza formale data dall'uso dell'esametro, sottolinea l'attitudine comune di attaccare direttamente gli avversari, un tratto distintivo che si fonde con il moralismo e la capacità di trattare temi impegnativi in modo arguto e divertente.

Caratteristiche Formative e Tematiche della Satira Oraziana

La satira di Orazio si distingue per la sua impostazione soggettiva, che consente all'autore di esprimere le proprie opinioni in prima persona, seguendo l'esempio di Lucilio. Orazio, tuttavia, si distanzia dall'arroganza e dalla mordacità di Lucilio, posizionando la satira in un contesto più umile e conversazionale, denominato "sermo". Questo approccio si riflette nel linguaggio utilizzato, che si avvicina all'uso parlato e si allontana dalla letteratura sublime. Orazio critica anche Lucilio per la mancanza di cura stilistica, enfatizzando l'importanza di un'elaborazione artistica più raffinata.

La Satira Oraziana: Un'Arte per Intenditori

Orazio afferma che la sua produzione satirica è destinata a un pubblico ristretto di intenditori, tra cui Mecenate e altri scrittori e critici letterari, riprendendo la concezione alessandrina di un'arte per un pubblico selezionato. Questa scelta riflette un alto grado di consapevolezza critica e una fondazione teorica del genere satirico che si rapporta alla commedia greca, mantenendo un livello stilistico accessibile ma esigente in termini di elaborazione artistica.

Struttura e Contenuti delle Satire di Orazio

Le Satire di Orazio si articolano in due forme principali: la satira "narrativa", che si basa su aneddoti e fatti, e la satira "discorsiva", incentrata su argomentazioni e riflessioni, con affinità alla diatriba. Il libro I delle Satire comprende dieci componimenti, mentre il libro II, con otto satire, mostra una maggiore varietà e vivacità. Orazio utilizza la satira per esplorare temi morali, come la metriòtes (il giusto mezzo) e l'autárkeia (autosufficienza), con l'obiettivo di raggiungere la serenità e l'armonia interiore.

Evoluzione e Stile della Satira nel Libro II

Nel libro II delle Satire, Orazio evidenzia una crisi del ruolo del poeta satirico, assumendo spesso il ruolo di ascoltatore o narratore di opinioni altrui. Questo cambio di prospettiva è accompagnato da un'autoironia più marcata e da una rappresentazione più umana e meno infallibile del poeta. Lo stile linguistico e stilistico rimane non elevato, con un lessico che rifugge dalla grossolanità e si ispira a una conversazione colta e raffinata, seguendo il principio della brevitas per una comunicazione efficace e concentrata.