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La tradizione ebraica pone l'accento sull'importanza di evitare vendetta e rancore, principi espressi nel Levitico e approfonditi dai saggi rabbinici. Questi atteggiamenti, distinti in atti punitivi e mantenimento del ricordo di un'offesa, sono visti come dannosi per le relazioni e la comunità. Interpretazioni come quelle del Rambam e del Sefer Ha-Chinùkh offrono una prospettiva spirituale e pratica su come gestire tali emozioni.
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La tradizione ebraica sottolinea la differenza tra vendetta, l'atto di punire qualcuno per un torto subito, e rancore, il mantenere vivo il ricordo di un'offesa, entrambi considerati atteggiamenti negativi che possono danneggiare le relazioni interpersonali
Rifiuto di prestare un attrezzo e richiesta di prestito successiva
La vendetta si manifesta nel rifiuto del prestito per ripicca, mentre il rancore può emergere anche nel caso in cui si presti l'oggetto ma si faccia notare il precedente rifiuto
Secondo Rabbì Iochanàn, un Maestro di Torà può vendicarsi solo in situazioni di gravi offese morali, in assenza di richieste di perdono e riconciliazione
Il Rambam consiglia di considerare gli eventi spiacevoli come insignificanti e non degni di vendetta, e di estirpare il rancore dal cuore per favorire relazioni interpersonali sane
Secondo il Sefer Ha-Chinùkh, il divieto di vendicarsi ha un significato spirituale profondo, poiché ogni evento, sia positivo che negativo, è parte del disegno divino e serve come mezzo per espiare i peccati
Il Rambàn chiarisce che il divieto di vendetta e rancore non si applica in presenza di un obbligo legale di risarcimento, poiché in questo caso la vendetta e il rancore sono intesi come desiderio di giustizia e non come sentimenti personali negativi
Un aneddoto illustra come il perdono non possa essere concesso se le scuse non sono sincere e dirette alla parte lesa, sottolineando l'importanza dell'autenticità nelle scuse
Un rabbino rifiuta di perdonare un viaggiatore che lo aveva offeso, non per rancore, ma perché le scuse erano state indirizzate al suo titolo piuttosto che alla persona, evidenziando come le scuse siano un passo fondamentale nel processo di riconciliazione