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La Scuola Siciliana rappresenta l'alba della poesia in volgare italiano, con figure come Iacopo da Lentini e l'invenzione del sonetto. Questo movimento poetico, radicato nella corte di Federico II, ha introdotto temi profani come l'amore cortese e ha sviluppato una lingua letteraria che prelude all'italiano moderno.
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La Scuola Siciliana si sviluppa nella corte di Federico II di Svevia a Palermo intorno al 1235-1240
Nonostante la distanza geografica, la Scuola Siciliana beneficia di un'intensa connessione culturale con la Provenza grazie alla politica di apertura culturale di Federico II
La corte di Federico II favorisce un ambiente cosmopolita e multiculturale, che influisce sulla produzione letteraria della Scuola Siciliana
La Scuola Siciliana è influenzata dai trovatori provenzali, che portano l'introduzione di temi profani e l'amore cortese
La Scuola Siciliana utilizza una lingua volgare che si sta evolvendo verso l'italiano, distinguendosi così dalla tradizione poetica latina
Tra i poeti più noti della Scuola Siciliana si possono citare Iacopo da Lentini, Cielo d'Alcamo, Guido delle Colonne e Pier della Vigna
I poeti della Scuola Siciliana esaltano l'amore cortese, un sentimento elevato e idealizzato, spesso non corrisposto e caratterizzato da una fedeltà assoluta
L'amata, di solito una dama di alto rango, è idealizzata e il poeta si rivolge a lei con pseudonimi per tutelarne l'identità e l'onore
I poeti siciliani si focalizzano quasi esclusivamente sull'amore, trascurando temi sociali e politici, e adottano uno stile omogeneo, in linea con la tendenza medievale di limitare l'espressione dell'individualità