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Giovanni Pascoli, poeta italiano nato nel 1855, è celebre per la sua poetica del 'fanciullino' e per opere come 'Myricae' e 'I Canti di Castelvecchio'. La sua vita, segnata dall'assassinio del padre e da un forte legame con le sorelle, influenzò profondamente la sua scrittura, caratterizzata da una sintassi innovativa e da temi quali l'ambiente domestico e il quotidiano.
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Giovanni Pascoli nacque il 31 dicembre 1855 a San Mauro di Romagna, in una famiglia numerosa di dieci fratelli
Studi e carriera accademica
Dopo la formazione presso il collegio degli Scolopi a Urbino, Pascoli si laureò all'Università di Bologna e intraprese la carriera di insegnante in varie città italiane
Assassinio del padre e conseguenze
La morte violenta del padre nel 1867 segnò profondamente la vita e la poesia di Pascoli, portando la famiglia a periodi di ristrettezze economiche
Dopo la morte del padre, Pascoli visse con le sorelle Ida e Maria, con cui mantenne un legame intenso e duraturo
La poesia di Pascoli è incentrata sulla figura del fanciullino, simbolo dell'innocenza e della meraviglia di fronte al mondo
Temi ricorrenti
La poesia pascoliana riflette temi come l'ambiente domestico, il rapporto con i defunti e l'importanza del quotidiano
Stile poetico
Lo stile di Pascoli si caratterizza per una sintassi innovativa, un uso di diversi registri linguistici e l'impiego di figure retoriche come analogie e sinestesie
Tra le opere più importanti di Pascoli si annoverano "Myricae", "I Poemetti", "I Canti di Castelvecchio" e "Poemi Conviviali"
Pascoli si affermò anche come eccellente latinista, vincendo per dodici volte la medaglia d'oro al Certamen poeticum Hoeufftianum di Amsterdam
La poesia di Pascoli, pur radicata nella tradizione, anticipa temi e forme che saranno centrali nella letteratura moderna, influenzando generazioni di poeti successivi
Pascoli morì nel 1912, lasciando un'eredità letteraria di rilevante importanza per la cultura italiana