L'ingresso nel Purgatorio e l'incontro con Catone
Nel primo canto del Purgatorio, parte della "Divina Commedia" di Dante Alighieri, il poeta fiorentino, accompagnato dal suo guida Virgilio, lascia alle spalle l'Inferno e si appresta a esplorare il secondo regno dell'aldilà, il Purgatorio, luogo di espiazione e purificazione delle anime peccatrici che aspirano al Paradiso. Dante invoca le Muse e in particolare Calliope, musa dell'epica, per ottenere l'ispirazione necessaria a narrare questa nuova fase del suo viaggio ultraterreno. Guardando il cielo, nota la presenza di Venere nella costellazione dei Pesci e l'apparizione di quattro stelle simbolo delle virtù cardinali, mai più viste sulla Terra dopo il peccato originale di Adamo ed Eva. Incontra quindi Catone di Utica, il custode del Purgatorio, che inizialmente scambia i due viaggiatori per anime fuggite dall'Inferno. Virgilio spiega la loro missione divina e chiede il permesso di proseguire il cammino. Catone concede il passaggio non per l'intercessione di Marzia, sua moglie terrena, ma per la volontà della donna celeste (Beatrice) che ha inviato Dante e Virgilio. Seguendo le istruzioni di Catone, Virgilio purifica Dante lavandogli il volto con la rugiada e cingendogli i fianchi con un giunco simbolo di umiltà, preparandolo così ad affrontare il percorso di purificazione.
L'arrivo dell'angelo e l'incontro con le anime in attesa
Nel secondo canto del Purgatorio, Dante e Virgilio sono testimoni dell'arrivo di un angelo trasportatore di anime, che guida una navicella carica di spiriti appena giunti dal mondo terreno. Queste anime, dopo essere sbarcate, si rivolgono ai due poeti per chiedere indicazioni su come raggiungere il monte del Purgatorio. Virgilio, con la sua consueta saggezza, spiega loro la loro condizione di anime purganti e il percorso che devono intraprendere per la loro purificazione. Le anime, stupite di trovarsi di fronte a un vivente, si raccolgono intorno a Dante. Tra queste, il poeta riconosce l'amico e musicista Casella, che su richiesta di Dante intona una canzone composta dallo stesso Alighieri, "Amor che nella mente mi ragiona". La dolce melodia lascia tutti gli astanti in uno stato di estasi e commozione. Tuttavia, questo momento di raccoglimento viene bruscamente interrotto dall'arrivo di Catone, che rimprovera le anime per essersi lasciate distrarre dalla musica e le esorta a iniziare senza indugi la salita del monte per la loro purificazione.La salita al monte del Purgatorio e l'incontro con Manfredi
Nel terzo canto, dopo i rimproveri di Catone, Dante e Virgilio iniziano la loro ascesa verso il monte del Purgatorio. Di fronte a una parete ripida che rappresenta il primo ostacolo del loro cammino, incontrano le anime degli scomunicati, che devono attendere nell'Antipurgatorio prima di poter iniziare il loro percorso di espiazione. Tra queste anime si trova Manfredi, nipote dell'imperatore Federico II e figlio di Costanza d'Altavilla, che chiede a Dante di portare un messaggio di speranza alla figlia Costanza di Sicilia. Manfredi rivela che, nonostante la scomunica ricevuta dalla Chiesa, ha ottenuto il perdono divino grazie al suo pentimento sincero nel momento della morte. Le anime scomunicate devono attendere un periodo trenta volte più lungo rispetto alla durata della loro scomunica, a meno che le preghiere dei vivi non intercedano per abbreviare tale tempo. Attraverso il racconto di Manfredi, Dante illustra i concetti di misericordia e umiltà, elementi chiave nel processo di purificazione che le anime devono affrontare nel Purgatorio.