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La letteratura italiana nel XIV secolo

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Il Trecento segna l'ascesa della prosa in volgare nella letteratura italiana. Autori come Boccaccio, Compagni e Caterina da Siena contribuiscono con cronache, novelle e testi religiosi che riflettono le trasformazioni sociali e culturali dell'epoca, definendo il canone della prosa e influenzando le generazioni future.

Il Trecento e l'ascesa della prosa in volgare

Il XIV secolo, o Trecento, rappresenta un periodo cruciale per la letteratura italiana, segnato dall'emergere della prosa scritta in volgare, la lingua parlata dal popolo. Questo fenomeno riflette le esigenze di una borghesia in ascesa, interessata a forme di espressione letteraria più vicine alla vita quotidiana e alla realtà sociale rispetto alla poesia cortese e ai testi in latino. La prosa del Trecento si sviluppa lungo tre direttrici principali: le cronache, che costituiscono le prime testimonianze di storiografia nazionale; la novellistica, che trova in Giovanni Boccaccio e nel suo "Decameron" il modello di riferimento; e la letteratura religiosa, che si fa portavoce di un'esperienza spirituale intima e personale. Autori come Dino Compagni e Giovanni Villani, con le loro cronache, e Franco Sacchetti, con le sue novelle, gettano le basi per la narrativa in prosa, mentre figure come Caterina da Siena, con il suo "Epistolario", incarnano la dimensione spirituale e mistica della letteratura religiosa del tempo.
Studio medievale con scrivania in legno intarsiato, libro antico aperto, calamaio blu, penna d'oca e candelabro in bronzo.

Le cronache: una nuova forma di narrazione storica

Le cronache del Trecento, redatte da figure come Dino Compagni e Giovanni Villani, rappresentano un'innovativa forma di narrazione storica che integra la memoria personale degli autori con informazioni raccolte da fonti diverse. Nonostante la loro parzialità e la variabile affidabilità, queste opere pongono le fondamenta per lo sviluppo della prosa storica in volgare. Compagni, nella sua "Cronica delle cose occorrenti ne'tempi suoi", descrive con passione gli eventi politici di Firenze, in particolare il conflitto tra le fazioni dei Bianchi e dei Neri. Villani, invece, nella sua "Nuova Cronica", offre una narrazione più ampia che include anche eventi internazionali, dimostrando un interesse per la storia universale. Entrambi contribuiscono significativamente all'evoluzione della prosa narrativa, grazie alla loro attenzione alla struttura del racconto e alla ricchezza di dettagli.

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00

Importanza del volgare nel Trecento

Riflette l'ascesa borghese e la necessità di una lingua più vicina al popolo rispetto al latino.

01

Giovanni Boccaccio e il 'Decameron'

Modello di riferimento per la novellistica, con storie che rispecchiano la vita quotidiana.

02

Cronache di Dino Compagni e Giovanni Villani

Prime testimonianze di storiografia nazionale, fondamenta della narrativa in prosa.

Q&A

Ecco un elenco delle domande più frequenti su questo argomento

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