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Il Trecento segna l'ascesa della prosa in volgare nella letteratura italiana. Autori come Boccaccio, Compagni e Caterina da Siena contribuiscono con cronache, novelle e testi religiosi che riflettono le trasformazioni sociali e culturali dell'epoca, definendo il canone della prosa e influenzando le generazioni future.
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La borghesia in ascesa richiedeva forme di espressione letteraria più vicine alla vita quotidiana e alla realtà sociale
Cronache
Le cronache di Dino Compagni e Giovanni Villani costituiscono le prime testimonianze di storiografia nazionale
Novellistica
La novellistica, con il "Decameron" di Giovanni Boccaccio come modello, si caratterizza per una maggiore focalizzazione su aspetti morali e didattici
Letteratura religiosa
La letteratura religiosa del Trecento si distingue per un approccio più personale e diretto alla fede, rappresentato dall'opera di Caterina da Siena
Le cronache di Dino Compagni e Giovanni Villani integrano la memoria personale degli autori con informazioni raccolte da fonti diverse
Compagni e Villani, con la loro attenzione alla struttura del racconto e alla ricchezza di dettagli, contribuiscono significativamente all'evoluzione della prosa narrativa
Il "Decameron" di Boccaccio rappresenta un modello stilistico e tematico per gli autori successivi nella novellistica del Trecento
Le novelle di Sacchetti, raccolte nell'opera "Trecentonovelle", si caratterizzano per la brevità e per una maggiore focalizzazione su aspetti morali e didattici
La letteratura religiosa del Trecento si distingue per un approccio più intimo e coinvolgente alla fede, rispetto alle opere teologiche e politiche precedenti
Caterina da Siena, con il suo "Epistolario", emerge come figura centrale della letteratura religiosa del Trecento, esprimendo un'intensa spiritualità e un coinvolgimento attivo negli affari della Chiesa e della società del suo tempo