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La Divina Commedia di Dante Alighieri si rivela come un viaggio allegorico dell'anima, attraverso Inferno, Purgatorio e Paradiso, riflettendo la complessità della società medievale. L'opera, scritta in volgare, è un pilastro della letteratura italiana, con una struttura in terzine incatenate e ricca di simbolismi, che esprime la visione politica e culturale dell'autore, influenzata da filosofi, teologi e scritture sacre.
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Dante visse in un'epoca segnata da conflitti tra il Papato e l'Impero e tra le fazioni guelfe e ghibelline
L'opera si distacca dalla tradizione letteraria latina e viene scritta in lingua volgare per essere accessibile a un pubblico più ampio
Il titolo "Divina" fu attribuito successivamente da Giovanni Boccaccio, riconoscendo la profondità teologica dell'opera
La struttura del poema è caratterizzata dalla terza rima e dalla narrazione attraverso i tre regni ultraterreni: Inferno, Purgatorio e Paradiso
L'opera è suddivisa in tre cantiche (Inferno, Purgatorio e Paradiso), ognuna composta da 100 canti, per un totale di 14.233 versi endecasillabi
La Commedia è ricca di simmetrie e parallelismi, come il sesto canto di ogni Cantica che affronta questioni politiche e la conclusione di ogni Cantica con la parola "stelle", simbolo di speranza e guida
La Commedia narra il viaggio di Dante, iniziato nella notte tra il Venerdì Santo e il Sabato Santo del 1300, come un percorso di crescita personale e spirituale
Figure come Virgilio e Beatrice offrono una lettura a più livelli, unendo storia, mitologia e simbolismo
La Divina Commedia incarna la visione del mondo medievale, influenzata dal pensiero di San Tommaso d'Aquino e dalla filosofia scolastica