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Alessandro Manzoni, nei suoi anni giovanili, esplora temi di libertà e critica sociale prima di volgersi alla poesia religiosa e alle tragedie storiche. Le sue opere riflettono un percorso intellettuale che va dall'ideologia giacobina e montiana fino a una profonda fede cattolica, influenzando la letteratura italiana.
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Critica al potere temporale del Papato e inno alla Rivoluzione francese, seguendo lo stile allegorico e polemico di Vittorio Alfieri
Riflette l'influenza di Vincenzo Monti, con un linguaggio elevato e immagini mitologiche
Omaggia Giuseppe Parini e Monti attraverso una forma espressiva neoclassica
Satirizzano l'immoralità e l'ipocrisia della società milanese dell'epoca, con un'attenzione critica verso l'istituzione familiare
Dialogo con l'amico defunto Imbonati, che dispensa consigli quasi paterni e osserva la corruzione sociale, mentre Manzoni esprime il proprio lutto e quello della madre
Esalta il ruolo civilizzatore della poesia, inserendosi nella corrente neoclassica e riprendendo il confronto poetico tra Pindaro e Corinna
Espressione della nuova fase spirituale di Manzoni, con componimenti che contemplano eventi della storia sacra e il loro impatto sulla comunità
Enfatizza la presenza divina nella storia umana e l'opera della Grazia
Ispirato dalla morte di Enrichetta Blondel, moglie di Manzoni, rimase incompiuto e fu pubblicato postumo nel 1874
Esposizione della teoria drammaturgica di Manzoni, che rifiuta le unità aristoteliche in favore di un approccio più realistico e storicamente fedele
Racconta la vicenda di Francesco Bussone, capitano di ventura del XV secolo, che viene giustiziato per tradimento dal governo veneziano dopo la battaglia di Maclodio