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Niccolò Machiavelli nel 'Il Principe' analizza le forme di governo e le strategie per acquisire e mantenere il potere. L'opera, divisa in ventisei capitoli, tratta di principati, virtù del principe e il ruolo di fortuna e virtù nella politica, con un focus sulla situazione italiana del Rinascimento.
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Machiavelli scrisse "Il Principe" durante il suo ritiro forzato nella campagna toscana e lo dedicò prima a Giuliano de' Medici e poi a Lorenzo de' Medici
Machiavelli interruppe la stesura dei "Discorsi sopra la prima Deca di Tito Livio" per dedicarsi a "Il Principe", un trattato di dottrina politica pubblicato postumo nel 1532
"Il Principe" è diviso in ventisei capitoli che possono essere raggruppati in quattro sezioni tematiche: le forme di principato e le strategie per governarle, l'analisi delle forze militari, le virtù necessarie al principe e il rapporto tra virtù e fortuna e l'analisi della situazione politica italiana dell'epoca
Machiavelli esamina le varie forme di principato (ereditario, misto, nuovo, civile, ecclesiastico) e le tecniche per acquisirle e mantenerle, con particolare enfasi sui principati nuovi o misti
Il principe è presentato come l'artefice principale del destino dello Stato, con altri fattori come la società civile e le dinamiche economiche considerati in funzione della loro influenza sul potere centrale
Machiavelli argomenta a favore di un esercito nazionale rispetto a truppe mercenarie o alleate, dedicando i capitoli XII-XIV de "Il Principe" all'importanza delle milizie
Nei capitoli XV-XXIII, Machiavelli discute delle qualità che il principe deve possedere, sottolineando l'importanza della versatilità e della capacità di adattarsi alle circostanze
Machiavelli analizza il rapporto tra virtù (intesa come abilità e ingegno) e fortuna (le circostanze al di fuori del controllo umano) nei capitoli XXIV-XXVI de "Il Principe"
Machiavelli esprime il desiderio di vedere un principe capace di unificare e liberare l'Italia dall'influenza straniera, riflettendo sulla situazione politica del suo tempo