Cesare Beccaria, filosofo e giurista milanese, ha rivoluzionato la giustizia penale del XVIII secolo con 'Dei delitti e delle pene'. Criticando la tortura e la pena di morte, promuove un sistema penale basato su umanità, razionalità e proporzionalità delle pene. La sua visione illuminista ha influenzato la riforma legislativa verso un approccio più equo e umano.
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Beccaria si inserisce nel contesto dell'Illuminismo, promuovendo un approccio alla giustizia penale basato sull'umanità e la razionalità
Beccaria critica le prassi giudiziarie del XVIII secolo, considerate obsolete e inumane, e propone una riforma basata sull'utilità sociale e la prevenzione dei crimini
La visione di Beccaria influenzerà profondamente il pensiero giuridico e la prassi legislativa, aprendo la strada a un sistema penale più equo e umano
Beccaria si basa sul principio illuminista del "patto sociale", secondo cui gli individui rinunciano a una parte della loro libertà in cambio della sicurezza e del benessere forniti dallo Stato
Secondo Beccaria, le leggi devono essere strumenti di utilità pubblica, finalizzate a prevenire danni alla società e non a infliggere sofferenze superflue ai trasgressori
Beccaria enfatizza l'importanza della proporzionalità tra la gravità del delitto e la severità della pena, sostenendo che le leggi debbano essere chiare e le pene certe
Beccaria si esprime con fermezza contro l'uso della tortura e l'applicazione della pena di morte, ritenendole pratiche disumane e inefficaci
Beccaria sostiene che una punizione tempestiva ed efficace ha un maggiore effetto preventivo rispetto a una pena differita
Beccaria considera la prevenzione dei delitti come l'obiettivo primario, sostenendo che leggi chiare, educazione e promozione delle scienze possono ridurre notevolmente la criminalità
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