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I provvedimenti ablatori reali incidono sui diritti reali, come l'espropriazione per pubblica utilità, che richiede un equo indennizzo. La giurisprudenza costituzionale e europea ha influenzato la normativa italiana, che prevede anche l'occupazione acquisitiva e la requisizione in emergenze, oltre alla prelazione sui beni culturali.
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L'espropriazione per pubblica utilità è un provvedimento ablatorio reale che comporta il trasferimento coattivo di un diritto reale da un soggetto a un ente pubblico per motivi di interesse generale
L'espropriazione per pubblica utilità è disciplinata dal Testo Unico sull'Espropriazione per Pubblica Utilità (D.P.R. n. 327/2001), che stabilisce le modalità di trasferimento della proprietà o di altri diritti reali
L'indennizzo per l'espropriazione è generalmente commisurato al valore di mercato del bene espropriato, come indicato dall'articolo 37 del D.P.R. n. 327/2001
L'occupazione acquisitiva si configura quando l'amministrazione occupa un bene senza un formale provvedimento espropriativo, dando luogo all'obbligo di risarcire il danno subito dal proprietario
La Corte Europea dei Diritti dell'Uomo ha criticato l'occupazione acquisitiva per la sua incompatibilità con il principio di legalità
La legislazione italiana ha stabilito che, in assenza di un valido provvedimento espropriativo, l'amministrazione deve restituire il bene o, se valuta che l'interesse pubblico prevalga, può procedere all'acquisizione del bene corrispondendo un indennizzo maggiorato del 10% come compensazione per il danno morale subito dal proprietario
La requisizione è un provvedimento ablatorio reale che l'autorità può adottare in situazioni di emergenza, sia militare che civile, per soddisfare esigenze pubbliche urgenti
La normativa italiana prevede disposizioni specifiche per la requisizione, regolamentando le modalità e le condizioni di applicazione in base alla natura dei beni e alle circostanze che richiedono l'intervento dello Stato
La prelazione è un diritto di prelazione esercitabile dall'amministrazione competente in caso di vendita di beni culturali tra privati, che consente all'amministrazione di subentrare nell'acquisto del bene al prezzo concordato tra le parti
La Corte costituzionale ha riconosciuto l'esistenza delle cosiddette "limitazioni espropriative", che si verificano quando norme urbanistiche o altre disposizioni impongono un uso pubblico dei suoli senza trasferimento di proprietà o limitano in modo significativo l'utilizzabilità di un bene