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La poesia comico-giocosa del Duecento, con esponenti come Cecco Angiolieri e Rustico di Filippo, offre una visione irriverente della realtà, contrapponendosi alla scuola siciliana e allo stil novo. Questi poeti utilizzano la parodia e il grottesco per esplorare temi carnali e umoristici, influenzando la letteratura rinascimentale.
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La poesia comico-giocosa si contrappone alla solennità della scuola siciliana e alla spiritualità dello stil novo, esprimendosi attraverso un tono irriverente e satirico
I poeti comico-giocosi utilizzano la parodia e il grottesco come tecniche per sovvertire i canoni della poesia cortese e esplorare significati alternativi e umoristici
Nonostante possa sembrare una mera rappresentazione della realtà quotidiana, la poesia comico-giocosa è in realtà un sofisticato esercizio letterario che si avvale di tecniche come la caricatura e il grottesco per trattare argomenti triviali
Cecco Angiolieri, uno dei più emblematici poeti comico-giocosi del Duecento, si distingue per la sua vita dissoluta e per l'utilizzo di temi e stili propri della poesia goliardica latina
Rustico di Filippo si distingue per i suoi ritratti satirici della società fiorentina, che riflettono la borghesia nascente e la sua reinterpretazione dei valori feudali e cavallereschi
Folgore da San Gimignano offre una rappresentazione più elegante e colorita della vita urbana attraverso sonetti che celebrano le gioie mondane e la cortesia amorosa
Nonostante le differenze, i poeti comico-giocosi e stilnovisti occasionalmente si cimentavano in entrambi i generi, dimostrando la permeabilità tra di essi
Entrambi i generi trattavano temi come l'amore e la vita quotidiana, ma con approcci diversi, utilizzando rispettivamente un linguaggio elevato o volgare
Il sonetto "S'i' fosse fuoco" di Cecco Angiolieri, spesso interpretato come un manifesto di ribellione, è in realtà un esempio di virtuosismo letterario all'interno del genere comico-burlesco