Giovanni Verga, il padre del verismo letterario, ha lasciato un'impronta indelebile nella letteratura con 'I Malavoglia' e 'Mastro don Gesualdo'. Le sue narrazioni, intrise di realismo e critica sociale, dipingono con maestria la vita delle classi subalterne siciliane, utilizzando un linguaggio che oscilla tra il dialetto e l'italiano standard. La sua tecnica narrativa, in particolare l'uso del discorso indiretto libero, ha contribuito a un ritratto autentico della società dell'epoca.
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Giovanni Verga è nato a Catania il 2 settembre 1840 e morto nella stessa città il 27 gennaio 1922
Verismo
Verga è considerato il massimo esponente del verismo, un movimento letterario italiano che si proponeva di descrivere la realtà sociale con oggettività e imparzialità
Caratteristiche della sua narrativa
Verga si distinse per la sua capacità di rappresentare la vita quotidiana delle classi subalterne, utilizzando un linguaggio semplice e diretto
I Malavoglia
"I Malavoglia" è il romanzo più celebre di Verga e rappresenta un punto di svolta nella sua produzione letteraria, utilizzando la tecnica del discorso indiretto libero per dare voce ai personaggi e creare un ritratto autentico della società siciliana dell'epoca
Mastro don Gesualdo
"Mastro don Gesualdo" segue la vita di un ricco costruttore, Gesualdo Motta, mostrando come la sua ascesa sociale sia accompagnata da una crescente solitudine e incomprensione
Verga crebbe in un ambiente borghese e ricevette un'educazione classica, che influenzò le sue prime opere di stampo romantico
Nonostante le sue prime opere fossero di stampo romantico, Verga si avvicinò presto al verismo, come dimostra il romanzo "Sulle lagune"
Una peccatrice" e "Storia di una capinera
In questo periodo, Verga scrisse romanzi che mostravano ancora elementi romantici, ma iniziarono a evidenziare un interesse per la psicologia dei personaggi e per la critica sociale
Primavera e altri racconti
La raccolta "Primavera e altri racconti" segnò un'ulteriore evoluzione del suo stile verso il verismo, che raggiunse la sua piena espressione nei romanzi successivi
Il ciclo dei "Vinti", di cui "I Malavoglia" costituisce la prima opera, si proponeva di raccontare le storie di individui o famiglie che, nonostante la lotta per migliorare la propria condizione sociale, sono inevitabilmente schiacciati dalle forze esterne
"Mastro don Gesualdo" prosegue questa tematica, esplorando la vita rurale siciliana e le complesse dinamiche sociali attraverso la figura di Gesualdo Motta
Nella sua ultima fase creativa, Verga si dedicò anche al teatro, con opere come "Cavalleria rusticana", che ebbe un grande successo e fu poi adattata in un'opera lirica da Pietro Mascagni
Dopo un periodo di relativo oblio, il critico letterario Luigi Russo contribuì a riscoprire l'opera di Verga, che ricevette ampi riconoscimenti e fu nominato senatore del Regno d'Italia nel 1920