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La verità del linguaggio in Platone e la sua critica al relativismo di Protagora sono al centro del Cratilo. Platone esplora la corrispondenza tra nomi e essenza delle cose, distinguendo tra linguaggio scientifico e metaforico, e sottolineando l'importanza di un linguaggio che rifletta veramente l'essenza delle cose nominate.
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LA GIUSTEZZA DEI NOMI CONSISTE NEL MANIFESTARE TRAMITE VOCALI E CONSONANTI L'ESSENZA DELLE COSE NOMINATE
SE È POSSIBILE DISTINGUERE IL DISCORSO VERO DAL FALSO, SE DUNQUE C’È UN DISCORSO VERO E NON È TUTTO RELATIVO, COME PRETENDONO I SOFISTI, DEVONO ESSERE VERE TUTTE LE SUE PARTI
LA PARTE ELEMENTARE DEL DISCORSO È LA PROPOSIZIONE, NON IL NOME
SE LA VERITÀ CONSISTE NEL DIRE LE COSE COME SONO, ANCHE IL NOME, IN QUANTO PARTE VERA DEL DISCORSO VERO, DEVE DIRE LE COSE COME SONO
LA LINGUA GRECA È UNO STRUMENTO PERFETTAMENTE IDONEO ALLO SCOPO DI DIRE L’ESSENZA DELLE COSE, POSTO CHE SIA USATO CON RIGORE DIALETTICO E NON PER RAGIONI INGANNEVOLI
LE PAROLE CONIATE DAI PRIMI NOMOTETI (I LEGISLATORI DEL LINGUAGGIO) RECANO IN SÉ L’IMPRONTA DELLE COSE CHE DEVONO SIGNIFICARE
IL NOME, COME OGNI ALTRA PAROLA, HA UN SIGNIFICATO SOLO ALL’INTERNO DI UNA PROPOSIZIONE E PIÙ IN GENERALE DI UN CONTESTO RILEVANTE
MENTRE È VERA O FALSA (IN QUESTO CASO VERA) LA PROPOSIZIONE CHE AFFERMA QUALCOSA DI MANZONI, AD ESEMPIO: “ALESSANDRO MANZONI È L’AUTORE DEI PROMESSI SPOSI”
VEDREMO PARLANDO DEL LINGUAGGIO ARTISTICO SE TUTTI I LINGUAGGI SEMBRANO PROTESI AL LORO TRASCENDIMENTO
VERO PERCHÉ CAPACE DI USARE IN MODO UNIVOCO LE PAROLE
FALSO PERCHÉ INGANNEVOLE
ATTRAVERSARE IL LINGUAGGIO PER POI LASCIARSELO ALLE SPALLE
RISALE A PLATONE
DEMOCRAZIE DI MASSA DEL NOVECENTO E DI QUESTO SECOLO
ESSENZIALE PER IL CONSENSO DELLE MASSE
TUTTI I NOMI SONO ADEGUATI ALLA COSA
POSIZIONE DI PROTAGORA