La vita
Immanuel Kant nacque nel 1724 a Königsberg, nella Prussia Orientale, una città vivace e fulcro di scambi commerciali, da una famiglia molto povera e seguace del pietismo. La madre gli impartì un’educazione religiosa che perfezionò nel Collegium Friedericianum grazie a cospicue donazioni finanziarie di professori ed amici. Qui ebbe la possibilità di studiare latino, ebraico, greco, trascurando però le materie scientifiche. Più tardi ricorderà questa parentesi della sua vita come un momento di profonda paura e angoscia.
Nel 1740 si iscrisse all'Università di Königsberg, dove poté confrontarsi (e, per certi aspetti, distaccarsi) con la fisica di Newton. In particolare, Kant sostenne che le leggi della natura fossero sufficienti per spiegare l’universo, senza bisogno di appellarsi al divino architetto, come invece professava Newton.
Nel 1755, Kant riuscì ad ottenere la licenza di magister:egli si rivelò un ottimo docente, amato dai suoi alunni, estremamente dedito alle preparazioni delle sue lezioni e al suo lavoro di insegnante. Questo non gli impedì di portare avanti le sue teorie e i suoi studi, tanto che il suo nome si affermò anche nel campo dell’astronomia.
Nel 1770 pubblicò la Dissertazione, grazie alla quale diventò docente di metafisica e logica all’Università di Königsberg e iniziò a lavorare alla sua opera più importante, che all’inizio venne concepita come unica ma che poi verrà divisa nelle tre Critiche: la Critica della ragione pura, la Critica della ragion pratica, la Critica del giudizio.
Condusse un’esistenza improntata esclusivamente sulle attività intellettuali, scandita da uno stile di vita rigido e abitudini precise e vigorose.
Nel 1798 fu colpito da una malattia, probabilmente Alzheimer, che gli provocò la morte nel 1804 a Königsberg, dove attualmente è sepolto.
Il pensiero
Negli stessi anni della rivoluzione copernicana, nell’apoteosi dell’epoca dei lumi, Immanuel Kant fonda la sua filosofia, fondata sull’idea di superamento del concetto di filosofia basata su precetti metafisici e dogmatici: con il suo pensiero Kant riesce ad abbattere questi precetti ponendo l’accento sui limiti della conoscenza umana nell’ambito teoretico, pratico ed estetico. Questi tre elementi sono fondamentali per la ricerca filosofica e rispecchiano le domande che ogni uomo si pone.
Cultore delle scienze, Kant concentra in un primo momento la sua ricerca sulla fisica e privilegia la matematica e la fisica pura. Queste scienze infatti sono certe e costituiscono i cosiddetti “giudizi sintetici a priori”: non sono solo certe, ma anche universali. Inoltre queste scienze sono oggettive, basate sulla deduzione che comporta una ricerca di tipo logico. Infatti le scienze che si basano sull’induzione per Kant non sono poi così affidabili.
L’induzione è come un’interferenza di giudizio, dunque, si può applicare solo a tesi generali. É chiaro, quindi, il dislivello delle scienze pure (es. fisica pura, matematica pura) rispetto alle scienze empiriche (es. fisica empirica, psicologia empirica) ed il fatto che le scienze empiriche facciano da “stampella” a quelle pure. Questo tipo di concetto comporta delle grandi conseguenze nel mondo della filosofia kantiana: Kant esclude alcune discipline come la chimica dalla famiglia delle scienze naturali, che Kant chiama“metafisica della natura corporea”. Anche lo studio della biologia viene esclusa poiché considerata da Kant una scienza generale a differenza della matematica e la fisica.